Domatore sbranato dalle tigri, l’odio social arriva anche dal Salento: “ti ho augurato tante volte la morte, il karma esiste”


Condividi su

Ettore Weber era un domatore esperto. Il suo era un nome noto nel mondo del circo, ma qualcosa durante la preparazione dello spettacolo con le sue tigri è andato storto. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 20.00 quando l’artista 61enne è stato sbranato da quattro felini che stava addestrando per lo show degno della tradizione circense.

Teatro della tragedia, una gabbia del tendone allestito a Triggiano, in provincia di Bari.

Sono stati minuti interminabili. Secondo quanto ricostruito dagli uomini delle forze dell’Ordine, l’addestratore è stato attaccato da una sola tigre, ma quando ha cercato di liberarsi è stato aggredito anche dalle altre tre. Le belve non gli hanno lasciato scampo, nonostante i tentatiti del personale di allontanarle con gli estintori.

Quando l’ambulanza del 118 ha raggiunto il luogo della tragedia per Weber non c’era più nulla da fare. Troppo gravi le ferite riportate nello sconto impari.

Una fine drammatica per il domatore che ha riacceso l’odio social che travolge spesso (se non sempre) chi ha deciso di lavorare in un circo. Chi condanna l’uso degli animali per fare spettacolo non si è fermato nemmeno davanti ad una morte così atroce. E sono stati tanti gli insulti affidati al web, anche nei confronti del domatore. “Fatto bene… un applauso per le tigri”, “Si vede che le tigri si erano rotte le palle di essere maltrattate! Non sono giocattoli da circo! Complimenti”, “Io sto con la tigre!!!”, “Giusto così”, si legge in vari commenti alla notizia su Facebook.

Anche dal Salento, dove l’artista sarà sepolto (a San Cesario di Lecce, dove vivono il fratello ed altri parenti), giunge un’offesa choc.

«Il Karma esiste. La morte te l’ho augurata tante volte esattamente come l’hai fatta: sbranato dalle tigri. Adesso mi auguro che tutta la rimanente famiglia sia sterminata e che tutte queste anime innocenti vengano liberate» si legge in una storia condivisa su Facebook da una pagina. Le ‘anime innocenti’ sono gli animali che, secondo la signora che l’ha scritto, sarebbero autorizzati a uccidere pur di tornare liberi.

Come se fosse così ‘semplice’. La morte di Weber dovrebbe essere trattata come un drammatico incidente sul lavoro, un lavoro rischioso che un addestratore esperto, il migliore nel suo campo, ha pagato con la vita. E questo indipendentemente se il lavoro svolto piace, o se sia sbagliato. Gli animalisti che giustamente difendono gli animali, dovrebbero ‘salvarli’ non dimenticando di essere umani.