Dopo la pioggia, parte la corsa contro il tempo per salvare l’uva. Si contano i danni


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La pioggia che in questi giorni è caduta in abbondanza sul Salento rischia di far affiorare un bilancio disastroso per l’agricoltura, in particolare nel settore vitivinicolo. Era disperato Angelo Maci, titolare di Cantine Due Palme, quando ieri in una nota spiegava quanto sia a rischio la vendemmia e il buon vino salentino.

Ora è il momento di rimboccarsi le maniche, di non piangersi addosso e di passare all’azione. Dalle parole ai fatti, quindi, com’è nella buona tradizione contadina.
 
«Ci attiveremo per chiedere al governo regionale l’esonero dagli oneri fiscali e contributivi per chi ha subito danni accertati dalle piogge». Con queste parole Angelo Maci si rivolge all’assemblea dei soci riunita in maniera straordinaria a Cellino san Marco.
 
I contadini sono neri in volto e non soltanto per il sole, ma per l’incertezza del futuro. Vero è che è ancora presto per fare la conta dei danni, ma il timore è alto. «Ora dobbiamo rimodulare i calendari di raccolta e attivarci per raccogliere ciò che di buono riusciamo ancora a raccogliere» ha tuonato Maci dal palco della sala Selvarossa. 

Ora serve ottimismo e ci si affida anche alla Divina Provvidenza. Sì, perché non si sa se alla tregua di oggi seguirà ancora il maltempo.
 
Nicola Scarano, direttore tecnico e agronomo di Due Palme, ha tracciato un bilancio sulla raccolta assicurata fino a prima che iniziasse la perturbazione. Poco meno di 60mila i quintali di uve già raccolte: più di 24mila quintali di uve bianche, 20mila quintali di uve internazionali, 7500 mila quintali di primitivo doc. Sono al sicuro, nella sala per l’appassimento, 1100 quintali tra negroamaro e primitivo; quella raccolta di qualità che assicura la base per la Selezione del Presidente (Selvarossa, 1943 ed Ettamiano).
 
«Le nostre stazioni dislocate tra i 19 comuni interessati – ha spiegato il dottor Scarano – hanno registrato 200 mm di pioggia in soli 6 giorni; in sostanza un terzo della pioggia che si registra in media in un anno intero. A questo si è associato l’alto tasso di umidità che ha contribuito alla formazione delle muffe grigie che danneggiano l’uva».
 
La raccolta deve partire subito e sarà fatta prevalentemente a mano, facendo a meno in quasi tutte le zone colpite delle macchine vendemmiatrici dato che la terra dei vigneti è ancora colma d’acqua e, quindi, cedevole.
 
Insomma, non ci saranno più orari nella cantina di Cellino che sarà pronta ad accogliere qualunque socio riesca a raccogliere uve sane. Nel frattempo il presidente Maci ha già annunciato che si attiverà sui tavoli istituzionali per dare un conforto ai 1000 soci della cantina.