Universitarie 2018, una settimana al voto. Studenti Indipendenti-Udu: “la sinistra studentesca per una Unisalento più giusta ed equa”


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Mancano appena sette giorni all’appuntamento elettorale per gli studenti dell’Università del Salento chiamati a scegliere, i prossimi 22 e 23 maggio, i propri rappresentanti in seno agli organi di governo, di gestione e di indirizzo dell’Ateneo di Piazzetta Tancredi.

Movimenti, associazioni e liste sono in fermento per queste ultime ore che separano gli iscritti ai corsi di laurea dell’ateneo leccese al voto informatico che disegnerà gli equilibri delle rappresentanze studentesche almeno per i prossimi due anni. Sono ben dieci questa volta le liste in campo per il rinnovo dei consigli didattici, di facoltà, e degli studenti. Oltre, ovviamente, alle sfide più delicate per il Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione e Comitato Unico di Garanzia.

In corsa per la prima volta dalla fondazione è l’associazione “Studenti Indipendenti” che però, al netto dei suoi soli due anni di vita, punta a ‘fare il botto’, forte del lavoro svolto negli ultimi 24 mesi. Un lavoro che poggia le basi su quanto fatto negli anni precedenti dall’associazione “Link”, spaccatasi nel 2016 proprio all’indomani delle elezioni universitarie: una emorragia che ha portato alla creazione di un nuovo ‘movimento rosso’ capace di reggere l’urto della nascita e di consolidarsi nel tempo.

Per presentarci idee, programmi, progetti e visioni, LecceNews24.it ha incontrato la studentessa Eleonora Vergine, iscritta presso la facoltà di Ingegneria, e candidata al Consiglio di Amministrazione dell’Unisalento nella lista “Studenti Indipendenti-UDU”. 

Eleonora Vergine, cos’è Studenti Indipendenti-UDU? Raccontaci la vostra storia…

“Siamo un sindacato studentesco di sinistra, che ha come propria missione principale quella di difendere i diritti degli studenti, in particolare delle fasce più deboli. Il nostro operato affonda le radici in un’idea precisa di un’università più giusta, più equa, più a misura di studente, attenta agli ultimi. Una visione chiara e netta. Un sogno che ognuno di noi persegue nella consapevolezza di poter dare nel suo piccolo un contributo alla sua realizzazione. La nostra è una realtà nata da poco meno di due anni a seguito di una scissione post elezioni 2016 da Link-Lecce per divergenza di modus operandi e concezione differente di associazionismo e sindacato studentesco. Pur non essendo presenti in tutti i dipartimenti e corsi di laurea, nel corso del biennio l’impegno di noi rappresentanti è sempre stato tangibile e il rapporto con gli studenti diretto, mettendoci a disposizione anche laddove non eravamo negli organi. Abbiamo costruito un ponte partendo proprio dalle esigenze e le criticità che quotidianamente gli studenti vivono, facendoci portavoce sia all’interno delle istituzioni universitarie che fuori (Adisu, Comune, Provincia)”.

Il logo della lista “Studenti Indipendenti-Udu”

Qual è la vostra idea di Università? Cosa mette al centro il vostro programma?

“Vogliamo un’università più giusta, più equa, a misura di studente, che sia in grado di garantire il diritto all’istruzione di tutti. Che sappia venire incontro alle esigenze di chi affronta il percorso universitario tra varie difficoltà e che abbia un occhio di riguardo per i più deboli e non penalizzi lo studente ma offra i giusti incentivi per proseguire e terminare serenamente gli studi. Un’università aperta, accessibile a tutti, disposta a lasciarsi contagiare dalla ricchezza della diversità. Capace di ospitare confronti e prospettive diverse, capace di dare voce a tutti. Questa è la nostra idea di università e questo è ciò che, come Studenti Indipendenti-Udu, mettiamo al centro del nostro programma: risposte concrete a problemi tangibili, volti a rendere più accessibile la nostra università. Welfare studentesco, edilizia e sicurezza, Erasmus ed internazionalizzazione, diritto allo studio, didattica, tassazione. Sono questi i temi di un vero sindacato studentesco”.

A quale organo ti sei candidata? Di cosa si occupa? Perché hai scelto di candidarti?

“Dopo due anni di rappresentanza nel mio corso di laurea, Ingegneria Industriale, ho deciso di rimettermi in gioco accettando la candidatura al Consiglio d’amministrazione, l’organo collegiale responsabile della gestione del nostro Ateneo e in particolare dell’ambito finanziario. Nel corso degli ultimi due anni ho capito l’importanza di rappresentare gli studenti e di difendere i nostri diritti; ho capito quanto spesso l’università non si renda conto delle nostre esigenze e quanto ancora lunga sia la strada per rendere il nostro Ateneo e la nostra città realmente a misura di studente. Dobbiamo avere il coraggio di osare e migliorare il contesto in cui viviamo, di migliorare la nostra università e difendere il nostro diritto allo studio. E il modo migliore per farlo è essere presente e manifestare il nostro punto di vista e la nostra idea nel momento in cui l’Ateneo esprime scelte politiche di fondamentale importanza”.

L’Università del Salento è una delle realtà civiche più importanti del territorio. Cosa serve per farla crescere?

“L’istruzione pubblica e la ricerca sono i due pilastri del nostro Paese: un territorio che ha il privilegio di accogliere una sede universitaria è un territorio vivo, frizzante, propositivo. Un territorio che sa guardare al futuro e che è pronto ad accogliere nuove sfide. Viceversa, l’Università ha il dovere di recepire i numerosi input che la propria terra regala e cogliere le diverse opportunità per portare crescita sociale, economica e culturale. Migliorare e far crescere la nostra università significa migliorare e far crescere il Salento, ecco perché credo sia fondamentale tenere conto di questo binomio e coinvolgere tutte le istituzioni pubbliche affinché il nostro Ateneo possa crescere e diventare una delle università più appetibili sia a livello nazionale che internazionale”.

Un appello finale…

“Viviamo in un periodo storico di forte disillusione politica: si tende a non avere più fiducia nelle istituzioni che ci governano e nelle proposte che vengono fatte. Quindi probabilmente la maggior parte degli studenti vedrà il 22 e 23 maggio come l’ennesima ‘perdita di tempo che tanto, non porta a nulla’. Eppure, penso sia necessario uno scatto d’orgoglio da parte di noi giovani generazioni; penso che prima o poi le cose dovranno cambiare e dovremmo essere noi i primi a farlo: il cambiamento avverrà solo quando decideremo noi di scriverlo. E per farlo c’è bisogno di tutti noi. Ecco perché credo sia necessario ripartire dall’università, che non deve semplicemente formare i lavoratori di domani, ma che ha il compito di educare al confronto, al dialogo democratico e al pensiero critico per essere dei cittadini attivi e consapevoli. L’augurio che faccio a tutti i miei compagni di studi è quello di far proprio questo diritto/dovere del voto alla rappresentanza che mezzo secolo fa, i nostri zii, genitori e nonni ci hanno regalato col ’68”.