Cento, duecento mila? Nessuno lo sa con esattezza. L’unica cosa certa è che sono disperati e pronti a tutto pur di mettere piede in Europa. E se l’unica strada è quella di attraversare il canale d’Otranto a bordo di una carretta del mare, il timore che il Salento diventi l’ultima spiaggia per i migranti per lo più siriani, intrappolati in un fazzoletto di terra nei Balcani, non è più una fantasia remota ma un rischio sempre più concreto.
Molti profughi, dopo la chiusura delle frontiere nel Nord Europa e l’inasprirsi dei controlli al confine con la Macedonia, avrebbero già raggiunto Atene e dalla capitale greca alla Puglia il passo è breve: 800 e più chilometri di costa e centinaia di punti di approdo difficilmente controllabili rendono i viaggi della speranza molto più semplici. Altri potrebbero spostarsi verso ovest, in Albania. E anche da qui sarebbe quasi ‘naturale’ raggiungere le coste salentine.
E così, come accaduto negli anni novanta, il tacco dello stivale si ritroverebbe a dover accogliere un fiume umano senza precedenti che, forse, non è preparato del tutto a gestire.
Nonostante non ci siano ancora prove certe della riapertura della rotta adriatica, fonti del Viminale avrebbero confermato che «la preoccupazione c’è». Una preoccupazione espressa anche dal procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce (competente sui reati connessi all’immigrazione) Cataldo Motta: «Pur non avendo allo stato segnali concreti in relazione alla organizzazione di viaggi di migranti verso la Puglia – ha detto Motta – c’è attenzione molto alta per l’effetto rimbalzo che la chiusura delle frontiere a nord della Grecia potrebbe avere sulla nostra regione».
«Noi stiamo lavorando affinché la rotta balcanica non si riapra, se ciò dovesse accadere siamo pronti ad affrontare il flusso» ha dichiarato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine della conferenza regionale sulla sicurezza e l’ordine pubblico in Puglia. «Mi danno conforto – ha aggiunto – le parole di ieri di Angel Merkel che ha sostenuto che un’Europa che lascia sola la Grecia non è l’Europa nella quale si riconosce. Noi stiamo facendo di tutto affinché la Grecia non venga isolata».
Da sempre questa terra ha dovuto fare i conti con il problema degli sbarchi, ma finora si è trattato di piccole imbarcazioni su cui viaggiavano poche persone.