Sono stati bloccati per un mese, in base alle disposizioni delle Autorità, i pescherecci che praticano la pesca a strascico e volante. Il fermo pesca ha interessato buona parte delle acque italiane. Il rallentamento delle attività ittiche ha interessato soprattutto il Salento e la provincia di Taranto, che fanno del terziario la principale ricorsa economica.
In particolare, nel mare salentino e in quello della provincia jonica il blocco ha coinvolto circa 120 unità operanti nei porti dei compartimenti marittimi di Brindisi, Gallipoli e Taranto.
Lo stop è partito il 14 settembre scorso con decreto del Ministero delle Politiche agricole e ha interessato l’Adriatico meridionale. L’inizio del periodo di fermo era iniziato tra le polemiche, con le associazioni dei consumatori che lamentavano il rischio di trovare nelle pescherie e nei ristoranti pesce non fresco o proveniente da paesi esteri. Per non prlare, poi, dei mancati incassi per i lavoratori del settore.
Eppure la disposizione ministeriale ha l’obiettivo di garantire il ripopolamento delle specialità ittiche. Tant’è.
I controlli delle forze dell’ordine sono stati serrati con qualche caso di violazione delle norme, che ha portato nell’immediato all’elevazione delle relative multe.
Ma ora le attività possono riprendere, pur sempre nel rispetto della Legge.