Cambiamenti climatici, transizione demografica, incertezza sugli impatti delle nuove tecnologie. Come sarà il Salento del 2030? E quello del 2050? Se lo chiede la Fondazione di Comunità del Salento che ha presentato il Documento Politico Programmatico 2023-2024 in una conferenza stampa organizzata a Lecce presso la nuova sede di via Liborio Romano, per l’occasione benedetta dall’Arcivescovo Mons. Michele Seccia.
A relazionare Ada Chirizzi, Daniele Ferrocino e Antonio Capoccia, rispettivamente presidente e vice-presidenti della Fondazione di Comunità del Salento. In platea, insieme ai rappresentanti di Università del Salento e Caritas Italiana, tutti i soci fondatori del sodalizio: Provincia di Lecce, Banca di Credito Cooperativo di Leverano, Cisl Lecce, Comunità Emmanuel, Anteas Lecce, Diocesi di Nardò – Gallipoli, Fondazione Monsignor Vito De Grisantis, Fondazione Francesca Massa, Forlife Onlus e Ortokinesis.
Per il Comune di Lecce erano presenti gli assessori al Welfare e alle Attività Produttive Silvia Miglietta e Paolo Foresio (ricordiamo che l’Impresa Sociale gemmata dalla Fondazione gestisce la gelateria sociale ‘Defriscu‘ e l’enogastronomia sociale ‘Fattacasa‘).
Le sfide del futuro
Occorre ragionare e riflettere sul Salento del presente per programmare il Salento del futuro e non farsi trovare impreparati davanti alle sfide della modernità. Il rischio alle porte è quello della desertificazione: ambientale, sociale, economica. Occorre farlo subito, all’indomani di una pandemia devastante e di una guerra (quella che la Russia ha dichiarato all’Ucraina) più vicina di quanto si possa pensare. Non è certo una novità che gran parte degli indicatori rivelino un territorio, quello della provincia di Lecce, ancora lontano da standard di sviluppo coerenti con quelli del resto dell’Europa.
All’ orizzonte si addensano le nubi dei cambiamenti climatici che potrebbero avere effetti devastanti su agricoltura e turismo, due dei settori trainanti dell’economia salentina.
C’è poi da considerare la transizione demografica. Ormai da tempo l’Istat certifica una costante riduzione e un progressivo invecchiamento della popolazione. Il fenomeno risulta inquietante per tutta l’Italia, ma per il Mezzogiorno le prospettive sono di fatto catastrofiche. Culle vuote, giovani attratti dalle opportunità che altri territori, siano essi all’ estero o al Nord, possono offrire, interi paesi che vanno svuotandosi, anziani e vecchi lasciati ad una vita che non conosce fioriture. Le stime dicono che nelle 8 regioni del Sud avremo nei prossimi vent’anni una riduzione della popolazione di circa 4 milioni di persone (praticamente come se sparisse l’equivalente dell’intera Puglia).
A tutto questo occorre ulteriormente aggiungere le incertezze sugli impatti delle nuove tecnologie nelle nostre esistenze, tecnologie dalle quali giovani e giovanissimi sono attratti a mo’ di calamità ma che non sempre riescono a governare.
Di fronte a scenari così incerti e a rischi così gravi, la Fondazione di Comunità del Salento non vuole rimanere ferma, immobile a guardare.
“È proprio questa è la vocazione specifica della Fondazione di Comunità del Salento – è scritto nel Documento Politico Programmatico 2023-2024 –. Non essere un vuoto ‘pensatoio‘, un soggetto altro ed ulteriore rispetto a quelli che abbiamo ereditato dal secolo scorso. Essere, invece, un non-soggetto, un luogo di elaborazione e di espressione delle aspirazioni di bene che costituiscono il fondamento della Comunità Salentina. Un luogo, dunque, più che un soggetto, che sappia essere catalizzatore ed attivatore di tutte quelle potenzialità che nascono dal collegamento e dalla messa a sistema delle potenzialità che i vecchi attori hanno costruito nella loro storia’.