Il turismo diventa “esperienziale”, per le regioni del sud sarà innovazione e rinascita


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“Il turismo esperienziale pone al centro il viaggiatore e la sua connessione con il luogo, la sua cultura, i suoi abitanti e si contrappone, in questo senso, al turismo di massa”. È stato firmato così dal ministro per il Sud e la coesione Territoriale Mara Carfagna, in collaborazione con il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il nuovo decreto che regola l’istituzione del fondo sperimentale per la formazione turistica esperienziale, prevista dalla Legge di Bilancio 2021.

Si tratta di un fenomeno in grande ascesa negli ultimi anni, ancor di più dopo gli effetti delle restrizioni connesse alla pandemia. Questo tipo di provvedimento vuole tentare di stimolare lo sviluppo di una nuova forma di turismo, attraverso l’attenta formazione di qualità degli operatori che se ne occuperanno.

Cosa prevede il fondo: gli stanziamenti per regioni e aziende

Il fondo stanziato attualmente è pari a un milione di euro per ciascuno degli anni del 2021 e del 2022.  Esso è rivolto alle Regioni meridionali che indirizzeranno le risorse messe in campo, attraverso propri bandi, a enti e agenzie di formazione accreditati, istituti tecnici superiori o università per lo svolgimento di corsi di formazione.

Le risorse sono ripartite come segue:

Ciascuna Regione può integrare le risorse che le spettano fino a una quota aggiuntiva pari al 20%, potendo così incrementare in maniera proporzionale, anche il numero degli operatori che avranno accesso ai corsi e giungendo ad un numero di operatori formati che potrà oscillare complessivamente tra le 400 e le 480 unità.

Il fondo, al momento, è considerato ancora in via sperimentale e in caso di esito positivo potrà essere rifinanziato anche per gli anni a venire.

Per indirizzare al meglio l’azione delle Regioni, infine, sono indicati i seguenti criteri di valutazione per i bandi: