Impossibile trovare le parole giuste per raccontare il dolore di una mamma che ha perso una figlia. Lo strazio che prova un genitore quando è costretto a dire addio alla persona che più ama al mondo può capirlo solo chi ha passato un dramma simile. Quel dolore ha squarciato il cuore di mamma Mimma che, per due lunghissimi anni, ha stretto forte forte la mano di sua figlia Silvia per cercare, in qualche modo, di darle coraggio nella sua battaglia contro le malattie rare, mostri dai nomi difficili da pronunciare, figuriamoci da curare. Non ce l’ha fatta Silvia a sconfiggerli tutti, anche se ha lottato con tutte le sue forze. Ha sopportato la sofferenza, le terapie, gli interventi e quelle diagnosi sempre ‘rare’, sempre inclementi. Alla fine il suo cuore ha smesso di battere, mentre mamma Mimma che non l’ha lasciata mai sola nel suo calvario le stringeva ancora la mano.
Questo pomeriggio era in programma l’ultimo saluto, un addio con il contatore per le regole rigide imposte per evitare la diffusione del Coronavirus. Misure che hanno tolto a Silvia la possibilità di ricevere l’amore che meritava, un fiore o una semplice carezza sulla bara. Per questo Domenica aveva chiesto l’autorizzazione per togliere il limite di 15 persone, imposto nell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Alla fine si è raggiunto un compromesso, la funzione si sarebbe celebrata nel grande piazzale esterno dalla Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, nel cimitero monumentale di Lecce. Così è stato, più o meno 15 persone hanno preso parte al funerale, con tutte le cautele del caso, compresa la distanza di sicurezza.
Dire addio a chi ami non è mai facile, ad una figlia nel giorno della festa della mamma è struggente, ma avere gli occhi attenti degli agenti della Polizia Municipale lo rende ancora più difficile come ha raccontato Mimma. Una vigilessa, in particolare, ha avuto un comportamento ritenuto ‘poco corretto’ dalla famiglia. La donna, come ha raccontato la mamma di Silvia ha chiesto a tutti nome, cognome e motivo della loro presenza al cimitero. “Sono rimasta senza parole quando mi ha chiesto, più volte, quanti fossero gli invitati. Ho risposto che era il giorno del funerale di mia figlia, non della suo compleanno, e che non avevo fatto alcun invito. Lo avevo soltando detto ai parenti più stretti, raccomandandomi di rispettare le regole”.
“Se mai ne fosse venuto qualcuno in più, doveva rimanere dietro gli archi, ad una distanza di quasi 100 metri dall’altare” ha precisato. E così è stato. “Solo che la vigilessa ha osato interrompere il sacerdote, dicendo che si dovevano allontanare, continuando a richiedere le generalità. Nemmeno l’intervento dei suoi colleghi che avevano capito la delicatezza del momento sembravano fermarla”.
Per tutta la durata della cerimonia si è assistito a questa scena, aggiungendo al dolore il dispiacere per quella che è sembrata una mancanza di rispetto alla sofferenza.