“Gli imprenditori balneari non sono conniventi con gli atteggiamenti di inciviltà e maleducazione sociale che, presenti in ogni luogo del mondo, sfido il giornalista a documentare come sussistenti solo a Gallipoli. Il territorio di Gallipoli è quotidianamente ed incessantemente controllato da numerosi uomini delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale, i quali sono impegnati a far rispettare l’ordine pubblico e la sicurezza e senza risparmio di energie e con assoluta dedizione e professionalità, tutelano il territorio e i cittadini”. È un forte grido di rivendicazione contro quella che definiscono “denigrazione” la nota di Cna Balneari Puglia.
Non c’è estate in cui Gallipoli non venga raffigurata come porto franco per il turismo maleducato. La linea di confine tra il vero e il verosimile, tra il reale e il leggendario sembra essere molto sottile. Non c’è ombra di dubbio che siano tanti gli episodi di inciviltà descritti dalle testate giornalistiche ma gli operatori non ci stanno alla vulgata secondo la quale molti di essi sarebbero complici per la vendita di qualche mojito in più. Prendono carta e penna gli operatori della perla dello Jonio per specificare di essere sempre in prima linea dinanzi all’oltraggio delle spiagge, non fosse altro perché loro di quel bene pubblico dato in concessione ci campano.
Non è facile stare dietro ai vizi di tanti giovani che pensano di sporcare e farla franca ma è altrettanto vero che, dicono gli imprenditori, la situazione a Gallipoli è cambiata, non è più quella disastrosa di qualche anno fa; la soglia dell’attenzione contro la maleducazione si è alzata di molto e certamente ci sono posti del turismo di massa in cui la situazione è di gran lunga peggiore. Il loro invito, pertanto, è a non strumentalizzare i luoghi comuni, poiché questo qui potrebbe trasformarsi in un boomerang nei confronti dell’economia salentina.