I buoni propositi, gli auguri di un 2016 migliore, davanti a certe notizie quasi si infrangono. A primeggiare sui giornali, purtroppo, i fatti riguardanti persone afflitte da un crisi che certamente implica delle difficoltà economiche. La vera crisi, però, è quella dei valori. Perché quando una persona soffre, le motivazioni vanno ricercate tanto nell’aspetto materiale, quanto umano. Fortunatamente, il capoluogo salentino riesce spesso a far sentire i poveri in spirito, oltre che di denaro, parte della sua comunità. Ultimo esempio, la gara di solidarietà nei confronti di una giovane donna leccese, abitante in un alloggio popolare della zona 167 che sta vivendo dei periodi di sconforto causati dall'impossibilità di trovare un lavoro. Addirittura, la Caritas le ha pagato la bolletta della luce, scaduta da tempo. Mentre invece un gruppo di giovani immigrati pakistani residenti a Lecce – appartenenti all'Associazione Nazionale Italia-Pakistan – ha raccolto e consegnato del denaro alla giovane.
Un bel gesto da parte di persone d’oro, apripista di quella integrazione culturale che forse, abbattendo qualche pregiudizio di troppo, non sarà poi così lontana da raggiungere. Intanto, il dott. Maurizio Scardia – direttore del 118 dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, fa sapere quanto, soprattutto in questi giorni di festa appena trascorsi, siano risultate numerose le chiamate di persone anziane sole. “Hanno composto il numero d'emergenza per avere un conforto e un sostegno morale da parte degli operatori sempre disponibili nei loro confronti".
Così lo stesso Scardia, che commenta:“Lo stato depressivo di tanti salentini non è legato necessariamente ad avere o meno denaro, ma quanto all'essere soli in casa". Le parole del medico leccese dovrebbero fungere quasi da tamburo tribale, affinché qualcuno possa quantomeno considerarle.
Ed un singolo esame di coscienza sarebbe anche meglio.