Dall’antico Egitto alle nostre case: perché l’8 agosto si celebra la Giornata Internazionale del Gatto


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Ci sono creature che non parlano, ma dicono tutto. Presenze che non affollano lo spazio, ma lo abitano con grazia. Il gatto è questo: un compagno che non invade, che non chiede, che osserva e attende. L’8 agosto, ogni anno, si celebra la Giornata Internazionale del Gatto, istituita nel 2002 dall’International Fund for Animal Welfare (IFAW). Non è solo un’occasione in più per coccolare agli animali domestici più eleganti e misteriosi che condividono le nostre case, ma è un’occasione per riflettere sulla responsabilità che abbiamo verso questi felini tanto amati quanto spesso trascurati.

Da sempre, il gatto ha un posto speciale nell’immaginario collettivo. Lo si incontra nelle leggende dell’antico Egitto, sulle tele degli impressionisti, nei versi dei poeti e nelle case di milioni di persone, dove si aggira silenzioso e presente. In Europa si contano oltre 66 milioni di gatti, più dei cani. In Italia, la popolazione felina supera i 10 milioni.

Indipendente, silenzioso, misterioso, il gatto ha attraversato epoche e civiltà lasciando dietro di sé una scia di storie, miti, superstizioni e opere d’arte. È stato venerato come divinità, temuto come creatura demoniaca nel Medioevo e oggi è uno degli animali domestici più presenti nelle case di tutto il mondo.

Ogni gatto è una storia

Ma accanto ai gatti di casa, ci sono quelli che vivono per strada, nei cortili, tra i vicoli delle città, spesso invisibili e vulnerabili. La Giornata Internazionale del Gatto serve anche a ricordare loro, i gatti senza voce, senza protezione, che ogni giorno affrontano la sopravvivenza.

Ogni gatto ha un nome, ma anche chi non ne ha uno porta con sé una storia. Alcuni sono nati in casa, tra cuscini e carezze. Altri hanno conosciuto il freddo dell’asfalto, l’indifferenza degli uomini, la fame. La Giornata Internazionale del Gatto ci invita a non voltare lo sguardo. A riconoscere, tra mille volti, anche quelli che non si fanno notare. A offrire una ciotola, un rifugio, una carezza. A capire che ogni vita ha valore, anche se non fa rumore.

Perché proprio l’8 agosto?

La scelta di questa data non è casuale. Agosto, nell’emisfero nord, corrisponde al periodo di massima attività riproduttiva dei gatti. È un momento cruciale per promuovere campagne di sterilizzazione e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di interventi concreti per il contenimento del randagismo. Adottare comportamenti responsabili significa prevenire sofferenze future, evitare abbandoni e migliorare la convivenza tra animali e comunità.

L’8 agosto è un momento simbolico. Ma la cura, la protezione, la gratitudine verso i gatti dovrebbe essere un impegno quotidiano. Perché loro sono lì, ogni giorno, a guardarci con occhi che non giudicano.

Chi ha avuto la fortuna di condividere la propria esistenza con un gatto sa che non si tratta di una semplice compagnia. Un gatto non chiede nulla, ma dona moltissimo. Non invade, ma accoglie. Non pretende, ma osserva. La sua presenza è discreta, eppure profondamente incisiva. Con la sua capacità di cogliere le nostre emozioni, con quel modo unico di offrirsi e ritirarsi, il gatto ci insegna a rispettare il silenzio, ad ascoltare con attenzione, a trovare conforto nella quiete.

Un invito a prendersi cura

In occasione della Giornata Internazionale del Gatto, molte associazioni, rifugi e volontari organizzano campagne di adozione, iniziative informative sulla salute e l’alimentazione felina, eventi di sensibilizzazione sul rispetto e la tutela degli animali. Partecipare a queste attività significa fare la differenza, anche nel proprio piccolo.

Ma prendersi cura non è solo un atto pratico. È anche una forma di consapevolezza. Adottare un gatto, accudirlo, proteggerlo, offrirgli dignità significa compiere una scelta di civiltà. E anche se non si ha un gatto in casa, si può fare molto: sostenere una colonia felina, promuovere la sterilizzazione, segnalare situazioni di abbandono, contribuire a diffondere una cultura dell’empatia e del rispetto.

La Giornata Internazionale del Gatto è anche – e forse soprattutto – un’occasione per fermarsi un momento e riflettere su ciò che questi animali rappresentano per noi. In un mondo sempre più frenetico, dominato dal rumore e dalla fretta, il gatto ci ricorda il valore della lentezza, della pazienza, del silenzio. Ci insegna che non c’è bisogno di parole per comunicare, che la vicinanza può essere fatta di sguardi, di presenza muta, di piccoli gesti.

C’è una lezione nascosta nella quotidianità condivisa con un gatto: quella dell’autenticità. I gatti non fingono, non si adattano alle aspettative altrui. Sono ciò che sono, senza compromessi. E in questo ci ricordano quanto sia importante, anche per noi, essere fedeli alla nostra natura.

L’8 agosto è una data simbolica, ma il messaggio che porta con sé è valido ogni giorno. Celebrare i gatti significa riconoscerne il valore, proteggerli, imparare da loro. Significa anche fare la nostra parte per costruire un mondo più giusto, dove nessun animale venga lasciato solo, invisibile, dimenticato.

Ogni gatto, con il suo passo silenzioso e lo sguardo profondo, ha qualcosa da insegnarci. A noi resta il compito – e il privilegio – di ascoltare. I gatti non ci appartengono. Ma possiamo appartenere a loro, in un patto silenzioso e profondo, fatto di sguardi, rispetto e presenza.