Oggi la Giornata internazionale dell’infermiere. Speranza, “Mai come adesso il vostro un ruolo fondamentale”


Condividi su

Sono stati in primissima linea sin dai primi giorni dell’emergenza coronavirus, hanno sostenuto turni massacranti, spesso senza protezioni e in tanti, in questa guerra invisibile, hanno perso la vita sul campo.

Si celebra oggi Giornata internazionale dell’infermiere. Sono trascorsi esattamente 200 anni dalla nascita di 200 anni dalla nascita di Florence Nightingale, madre dell’infermieristica moderna e in questo importante giorno dell’anno, proclamato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inviato alla Federazione nazionale degli ordini delle professioni interimistiche un messaggio di augurio, apprezzamento e, al tempo stesso, di impegno per il riconoscimento della professione.

Nella durissima prova che l’Italia si è trovata ad affrontare, l’impegno speso per vincere questa sfida ha assunto il volto degli infermieri che, insieme ai medici e agli altri professionisti e operatori sanitari, abbiamo visto in prima linea nei giorni più drammatici”, ha affermato Speranza nella lettera inviata alla presidente del FNOPI Barbara Mangiacavalli.

“Il volto di una professione e della storia che celebriamo oggi – prosegue il Ministro –  è sinonimo di vocazione al servizio degli altri. Il vostro lavoro, da sempre essenziale al funzionamento del Servizio sanitario nazionale, mai come in questa stagione ha rivestito e rivestirà sempre di più, un ruolo fondamentale nei servizi sul territorio, negli ospedali, ma anche a domicilio, nel contatto stretto con le famiglie.

Un lavoro che va sostenuto –  conclude Speranza – con un impegno altrettanto concreto da parte dello Stato per una tutela forte del diritto costituzionale alla salute”.

“Ringraziamo il ministro per le sue parole – ha commentato Barbara Mangiacavalli – e assicuriamo che gli infermieri, come è stato da sempre e sempre sarà in futuro, avranno come primo obiettivo del loro agire la salute degli assistiti e il soddisfacimento pieno dei loro bisogni. Soprattutto, come ha ben sottolineato, sul territorio dove le esigenze sono spesso più forti e continue e dove proprio la pandemia ha dimostrato come troppe volte, siano esse Covid o non Covid, le persone restano sole.

Questo non accadrà mai se gli infermieri potranno essergli vicini: il tempo di relazione per noi è tempo di cura. E per questo il nostro impegno è non lasciare mai solo nessuno”.