Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. In occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si celebra il 28 aprile, la Uil di Lecce accende un faro sui rischi legati all’esposizione alle sostanze chimiche nei luoghi di lavoro e lancia il progetto “Io diversamente rischio”: l’obiettivo è quello di dotare i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali (Rls e Rsu) di “buone prassi” da proporre sui tavoli di contrattazione e partecipazione e nella valutazione dei rischi aziendali, per far sì che sia effettivamente redatto il Documento di Valutazione dei Rischi in un’ottica di genere inclusiva, con particolare attenzione alle lavoratrici in gravidanza, alle lavoratrici straniere e ai soggetti diversamente abili.
Il progetto nasce dai comuni intenti della segretaria confederale Uil Lecce delegata alla sicurezza sui luoghi di lavoro, Giovanna Spagnolo e della responsabile del Coordinamento Pari Opportunità Lucia Orlando ed è fortemente sostenuto dal segretario generale Salvatore Giannetto, da sempre attento alle tematiche delle diversità nel mondo del lavoro.
“È divenuto urgente – sottolineano – affrontare il problema della salute e sicurezza nell’utilizzo di prodotti chimici, i cui effetti dannosi si evidenziano sui lavoratori e lavoratrici, sulla popolazione in generale e in modo rilevante anche sull’ambiente. Questo progetto nasce dalla consapevolezza che gli uomini e le donne, pur esposti a rischi in modo eguale nei modi e nei tempi, rispondono in maniera diversa alla stessa esposizione. Basti pensare che esistono numerose differenze nell’assorbimento metabolico e di eliminazione degli agenti chimici che cambia in modo significativo sia per sesso che per età, in un mondo del lavoro che “invecchia” attivamente. Gli effetti della esposizione, si sa, sono anche a lungo termine e le cosiddette “minime applicazioni di tutela” sono ormai desuete per la gestione di questo rischio. I casi di tumore sono aumentati in modo esponenziale nel mondo, in Europa e purtroppo anche il nostro Salento non è immune“.
“I lavori pericolosi non sono illegali – rimarcano dalla Uil di Lecce – ma le azioni di tutela della salute e la sicurezza dello stesso luogo di lavoro, devono necessariamente essere adeguate per limitare la esposizione dei lavoratori al rischio chimico, si devono applicare procedimenti specifici ed efficaci tenendo presenti le differenze di genere, utilizzare nuove attrezzature e tecnologie nel livello massimo di fattibilità”.
Il progetto “Io diversamente rischio” è già partito. “Il primo passo – dichiara il segretario Uil Giannetto – è quello di proporre in melius azioni già definite dalla legge, dalle varie norme e dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Si continuerà con l’attenzione al coinvolgimento dei lavoratori ed alla formazione dei quadri sindacali, con l’impegno di sempre perché il bene della salute non è derogabile da nessuno e la consapevolezza che il rischio-zero in natura non esiste ci porta a coltivare la cultura della prevenzione in ogni attività sia in ambito lavorativo che fuori”.
“Ogni azione è un contributo, ogni progetto un mattone per costruire insieme una strategia dal basso – sottolineano Giovanna Spagnolo e Lucia Orlando – che possa garantire la protezione di chi lavora, per favorire uno sviluppo di imprese sostenibili e politiche di tutela efficaci e solide per il futuro delle nuove generazioni, che vivranno un lavoro sempre più instabile e precario con nuovi rischi emergenti, che dovranno essere oggetto di attenzione da parte delle organizzazioni sindacali. Sono dieci anni di vita del d.lgs. 81/2008, che in continuità normativa con il d.lgs. 626/94, ha innovato e rilanciato obblighi ed azioni, producendo chiarezza. Ma c’è sempre tanto da fare con costanza – concludono – e il ruolo attivo del sindacato, di Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) e Rsu, è inderogabile per il raggiungimento dell’obiettivo di un lavoro sicuro”.