Ci aveva provato a fare il furbetto, ma gli ausiliari del traffico impegnati nel corso dei controlli ordinari di sosta lo hanno tradito. Risultato? Una condanna per truffa comminata dal Tribunale. Il fatto risale allo scorso 5 marzo: un automobilista era riuscito a trovare faticosamente un parcheggio nel quartiere San Lazzaro, a pochi passi dal centro cittadini, ma aveva pensato bene di esibire sul cruscotto del suo veicolo un titolo di sosta palesemente contraffatto.
Ad accorgersi dell’anomalo tagliando era stato un ausiliario del traffico, dipendente della Sgm. Il biglietto, infatti, presentava colori e caratteri decisamente diversi da quelli utilizzati solitamente dalla società partecipata del Comune. Immediata, quindi è scatta la multa ai danni dello scoperto furbetto. Ad intervenire, poi, era sopraggiunta la Polizia Municipale, grazie alla quale è stato possibile risalire all’identità del proprietari del mezzo. L’Sgm, a questo punto, ha scelto le vie pesanti: l’azione intrapresa dalla società con a capo Mino Frasca ha condotto alla querela dell’uomo che, per difendersi, ha dovuto recarsi nella sezione penale del Tribunale di Lecce.
I giudice, però, è stato inflessibile: per l’automobilista, infatti, è stata riconosciuta la pena a dieci mesi di reclusione (pena ovviamente sospesa), una multa di duecento euro, e un risarcimento nei confronti della truffata Sgm quantificato in 10mila euro. Questo, quindi, l’epilogo della vicenda. ‘Il fenomeno della contraffazione dei titoli di sosta purtroppo esiste – ha commentato il presidente di Sgm Mino Frasca – e i ripetuti episodi degli ultimi tempi ci hanno portato a una severa opera di controllo e contrasto di questi tentativi di truffa’.
Frasca, poi, precisa come questi fatti ‘non si trattano di un danno a Sgm, ma bensì di un sopruso nei confronti di tutti i cittadini che pagano regolarmente la sosta. Ho chiesto agli ausiliari una sensibilità e un’attenzione particolari nella osservazione e nella verifica dei ticket esposti. Purtroppo, questi episodi rischiano di incrinare quella relazione di correttezza, trasparenza e collaborazione che ho chiesto ai cittadini e che pretendo nel rapporto tra loro e l’azienda. Mi auguro – conclude Frasca – che la sentenza di condanna di questo automobilista e il clamore che può seguirne fungano da deterrente per altri tentativi’.