Mamma è la parola più bella del mondo. E oggi il pensiero va a tutte le madri ucraine


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Nel momento in cui si diventa mamma appare immediatamente istintivo quel sentimento di protezione naturale e incondizionato nei confronti della propria prole, e usiamo questo termine perché ciò si verifica tanto nel mondo umano quanto in quello animale, in una sorta di legge biologica universale.
Possiamo solo immaginare, dunque, quello che in questo momento, riflettendo oggi più che mai in occasione del giorno che celebra la figura materna, possa essere il terribile sentimento di paura che avvolge in maniera schiacciante le mamme ucraine. Le madri e i loro figli sono l’altra faccia della resistenza, meno visibile perché il rumore delle armi e l’orrore della guerra non permettono di guardare oltre, ma il conflitto in Ucraina è anche il racconto di madri con i loro figli, un racconto che per tutte ha la stessa trama della disperazione che si trasforma inevitabilmente nell’obiettivo unico della protezione ad ogni costo.
Virali le immagini dei corpi dei bambini sulla cui pelle le madri hanno scritto i contatti di parenti e amici, persone che potrebbero occuparsi dei loro piccoli nel momento in cui la violenza della guerra non dovesse risparmiarle. Sulla schiena dei bambini, come una specie di carta d’identità umana e d’urgenza anche il loro nome, come quello della piccola Vera in una foto che ha fatto il giro del mondo.
È quasi impossibile ai molti e anche a costo del più realistico senso di empatia, identificarsi nei sentimenti di terrore e di speranza di queste giovani madri, donne che non hanno solo il compito di scappare o salvarsi dalla guerra, ma anche quello di proteggere in tutti i modi possibili la vita che esse stesse hanno generato.
Ed è così che ancora una volta le donne hanno un compito morale da assolvere e devono all’improvviso diventare più forti di quello che possono, la figura della madre si veste del duplice ruolo di eroina, non solo per aver donato la vita, ma anche per proteggere quella stessa vita dalla morte, come un secondo parto, come una vita che è stata donata due volte.
E mentre oggi si festeggia la festa dedicata a tutte le mamme un pensiero di forza e di speranza dev’essere esteso a queste mamme così sciagurate che come fagotti trasportano i loro figli tra le braccia lontani dagli spari e dove loro stesse fungono in prima linea da scudo umano. Mamme speciali, mamme sfortunate, mamme coraggio o semplicemente mamme il cui istinto primordiale porta loro a correre più veloci delle bombe, ad attraversare fiumi con in braccio bambini stremati e impauriti e magari a raccontare loro che è tutto in gioco, che l’orrore della guerra in realtà è una favola moderna dove alla fine si vincerà una bambola o un carro armato.
Purtroppo il carro armato, come ci insegna il bellissimo film ‘La vita è bella‘ di Benigni è reale e spara davvero, ma forse i piccoli non lo comprendono ancora coccolati e addormentati da quelle favole che solo una mamma può così bene raccontare, da quelle voci calme, calde e rassicuranti.
È proprio vero, mamma è la più bella parola del mondo.