“Identifichiamoli”, a Lecce il flash mob per chiedere i codici identificativi per le forze di polizia


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A vent’anni dai fatti del G8 di Genova non solo il ricordo, ma anche l’azione e la programmazione. E le iniziative per migliorare il sistema di garanzia dell’ordine pubblico, nel rispetto della dignità delle persone e della salvaguardia dei diritti umani. Attraverso, anzitutto, l’introduzione di codici identificativi visibili su uniformi e caschi delle forze dell’ordine, affinché le violazioni e gli abusi in divisa non sfuggano alla giustizia.

Nasce da qui “Identifichiamoli“, il flash mob organizzato dalla sezione leccese di Amnesty International domani, mercoledì 21 luglio dalle 19.00 in piazza Sant’Oronzo, a Lecce, per richiedere l’introduzione dei codici alfanumerici che implementino la trasparenza delle forze di polizia impegnate in attività di ordine pubblico.

“Una duplice garanzia, verso i cittadini che saprebbero chi hanno di fronte, e per tutti gli agenti che svolgono correttamente il loro servizio”, spiegano gli organizzatori.

Già da diversi anni la diramazione nazionale di Amnesty international chiede con vigore l’introduzione di una misura largamente diffusa negli altri stati europei, anche sulla spinta delle esortazioni degli enti sovranazionali.

È del 2012 la risoluzione con cui il Parlamento europeo ha invitato gli stati membri a prevedere l’ingresso dei codici alfanumerici nelle forze dell’ordine; del 2016, invece, la raccomandazione del Consiglio sui diritti umani delle nazioni unite, che ha invitato i paesi europei a introdurre norme che facilitino l’identificazione delle forze di polizia. Del 2019, ancora, le due proposte di legge, avanzate da PD e +Europa, attualmente ferme in commissione affari costituzionali della Camera. Ma il legislatore, sul punto, latita. Per questo l’invito di Amnesty è di aumentare le pressioni, manifestando coralmente in piazza la propria adesione e sottoscrivendo la petizione per l’introduzione dei codici, attualmente giunta a 143964 firmatari.

“Questo flash mob si presenta alla fine di un percorso che ci ha visto coinvolti in un lungo ragionamento sulla tortura e gli abusi in divisa, insieme a tante realtà territoriali e ospiti nazionali” afferma Michela Trinchese, responsabile di Amnesty Lecce. “Mercoledì saremo in piazza per chiedere l’introduzione dei codici identificativi per le forza dell’ordine, una misura necessaria affinché si possa riconoscere chi si rende colpevole di violazioni”.