Il degrado investe il Monumento ai Caduti. Per vederlo pulito si aspetta la prossima Festa della Repubblica


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Per tanti, ormai tantissimi turisti che affollano la città di Lecce è il primo biglietto da visita che si incontra prima di imboccare Porta San Biagio e farsi accogliere, dalle stradine del centro storico, che conducono in Piazza S. Oronzo, il salotto della città, o per lasciarsi andare alla movida più sfrenata a seconda delle ore in cui si arriva.

Sta di fatto che quel biglietto da visita è diventato sempre più l’immagine del degrado, il simbolo della trascuratezza, quasi che conti soltanto ciò che avviene all’interno della “Quattro Porte”, mentre, di tutto il resto, ci si potrebbe pure dimenticare.

Stiamo parlando del Monumento ai Caduti, sito in Piazza Italia, quello che forse con un termine un po’ fuori uso qualcuno chiamava e chiama il Vittoriano di Lecce.

Casa del Mutilato di Guerra, è la frase che campeggia all’ingresso della struttura e che in realtà presenta un edificio in totale abbandono, con vetri rotti all’esterno, muri anneriti, spazzatura accatastata sui gradini e le colonne esterne deturpate da scritte e graffiti.

Per non parlare del ricovero che quella struttura offre a qualche sfortunato senzatetto che si adagia tranquillamente su buste e cartoni per trascorrere qualche ora di riposo sotto un tetto improvvisato.

Eppure in quella piazza si celebrano commemorazioni che ormai hanno soltanto la ripetitività del rito sterile, vuoto. Si ospitano scolaresche e istituzioni il giorno della Festa della Repubblica o delle Forze Armate, quando, gonfaloni di vecchie associazioni, fasce e sciabole di Sindaci e ufficiali militari, sfilano per parlare del valore della Patria, della Costituzione e della Democrazia, che ha bisogno di luoghi simbolo in cui essere riaffermata.

A testimonianza un Tricolore nuovo di zecca che sventola e una corona d’alloro, ormai secca, a ricordare i caduti dei conflitti bellici.

Per il resto lo spazio è occupato la sera da qualche tavolino posticcio delle roulotte dei paninari che svolgono la loro attività. Poi, il buio in una sede che, invece, potrebbe tranquillamente essere utilizzata, come avveniva fino a metà degli anni ’80, come location di eventi culturali, mostre e associazioni.

Ogni tanto in campagna elettorale qualcuno prova a richiamare in vita il monumento ma, è ovvio, il tutto dura per un mesetto. Poi si ritorna allo scempio dei giorni precedenti. Nessuno ne parla, nessuno ne scrive. E qualche turista, addirittura, si ferma a immortalare in uno scatto la struttura.

Tania Tornese