Inizia con un doveroso messaggio di vicinanza al dolore della famiglia di Lorenzo Toma, il 18enne che ha perso la vita sul piazzale antistante la nota discoteca ‘Guendalina’ di Santa Cesarea Terme per cause ancora tutte da accertare, l’incontro con i giornalisti al termine del vertice voluto dal Prefetto, Claudio Palomba con le forze dell’ordine. Era in un certo senso ‘doveroso’ convocare il ‘Comitato per l’ordine e la sicurezza’ all’indomani della tragedia che ha strappato una giovane vita all’affetto della sua famiglia e dei suoi amici e soprattutto con l’estate ormai entrata nel clou, basti pensare che – citando alcuni numeri snocciolati in conferenza- in queste due settimane sono attesi nel Salento oltre un milione di turisti.
L’argomento poi si è spostato immediatamente sul ‘Guendalina’, troppo grave quanto successo, troppo forte l’eco della sorte toccata al Cocoricò di Riccione dove solo qualche settimana fa era accaduto un episodio simile. Simile solo perché nel caso del giovane studente salentino non si conoscono ancora le cause del decesso e quella dell’assunzione di sostanze stupefacenti è solo un’ipotesi tra tante.
Certo è che tutti, ma proprio tutti conoscono la discoteca tanto che sui manifesti che annunciano le serate, raramente si trova scritto il nome e ancora più difficilmente compaiono indicazioni sul luogo: basta un bacio, diventato ormai il simbolo del locale «da 20 anni punto riferimento per la house music», secondo la rivista specializzata DjMag, tanto da guadagnarsi il diritto di entrare nella classifica delle prime cento discoteche del mondo insieme al «Cocoricò» di Rimini.
Santa Cesarea Terme – Riccione; Guendalina – Cocoricò. Tanti i punti in comune, diverso l’epilogo. Almeno per il momento «Stamattina abbiamo sentito la Procura che ci ha assicurato che in tempi rapidi, non prima di una settimana, ci fornirà i primi ‘elementi scientifici’ per capire quali siano state le cause del decesso del ragazzo – ha dichiarato il prefetto Palomba – e fino ad allora stiamo cercando di esaminare nel dettaglio l’andamento della nottata, di capire l’episodio come è avvenuto e soprattutto a che ora è avvenuto».
Già perché in questo momento delicato in cui si sta cercando di ricostruire nel dettaglio tutti i momenti che hanno portato alla tragedia l’unica cosa che si può fare è quella di concentrarsi sul rispetto e l’osservanza delle regole «tutta l’attenzione è ora sulla parte per così dire amministrativa: il rispetto della capienza perché molto spesso un sovraffollamento non consente un adeguato controllo non solo da parte delle forze dell’ordine ma anche degli stessi operatori della sicurezza, e degli orari di chiusura dei locali previsto ex lege alle 4.00 con un’ora di decantazione, dunque le cinque».
«Sullo specifico episodio e sull’operatività del Guendalina non siamo in grado di anticipare nulla fino a quando non avremo dati certi» ha ribadito l’inquilino numero uno della Prefettura. Smentita dunque la voce che circolava fino a poche ore fa e che voleva un provvedimento altrettanto sonoro anche nei confronti del tempio del divertimento targato Salento. La strada scelta, invece, è quella della prudenza.