
Dalle 8.00 del mattino fino a qualche minuto prima delle 10.30: un’attesa che è apparsa infinita ad una signora di Monteroni che si era recata, giovedì 4 maggio, all’Ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce per effettuare gli esami del sangue. Da allora, come racconta l’associazione Salute Salento, la situazione non è cambiata più di tanto e le persone escono ‘sfinite’ dal nosocomio salentino.
«Sono arrivata al laboratorio attorno alle 8 – spiega la donna – prima ho dovuto fare la coda allo sportello che inserisce i dati dell’impegnativa. Poi, con il numero 34 in mano, ho dovuto attendere il mio turno. C’era un unico box prelievi aperto».
Erano proprio le operazioni di prelievo ad andare a rilento. Troppo lentamente considerato che un’ora e mezza dopo, alle 9.30 in punto erano stati trattati “solo” 14 pazienti. A quel punto, dato che un’infermiera era ammalata, il dottor Giambattista Lobreglio, il primario, è stato costretto a mettersi lui nel box e mandare l’infermiera a dare una mano per snellire le operazioni di inserimento dati. Così alle 10.25 si è arrivati a farne “appena” 33. Considerate le difficoltà operative si è preferito bloccare l’accettazione, fissando il limite massimo di ‘pazienti’ a 78.
Insomma, come riportato da Cesare Mazzotta, presidente dell’associazione la carenza di organico all’interno del reparto in questi giorni si fa sentire ancora di più dopo l’incendio che ha distrutto il laboratorio analisi di Galatina, dove vengono sì effettuati i prelievi, ma le provette sono inviate in parte al Fazzi (quelle a più elevata complessità) e in parte a Copertino.
Scarsità di personale – si legge nella nota – soprattutto Tecnici di laboratorio. Per un laboratorio ospedaliero di II livello come il Fazzi – spiega Mazzotta – sono previsti 30 tecnici. A Lecce ve ne sono soltanto 15. Ma non è tutto. Gli infermieri-prelevatori sono sei. Di questi, tre operano agli sportelli (uno a contatto con gli utenti e due che inseriscono i dati). Gli altri: due lavorano part-time, due beneficiano della legge 104. Poi capita come giovedì scorso, che un’infermiera è ammalata e non c’è nessun medico disponibile. Tra i dirigenti vi sono 4 medici in turno e 8 biologi (che non possono fare i prelievi). Tra i pochi medici c’è chi smonta, chi deve montare la notte, chi è di riposo, chi è di pomeriggio.
Insomma, una situazione ‘delicata’ che si ripercuote sul servizio offerto ai pazienti.