Il mare bollente. A rischio l’ecosistema subacqueo del Salento


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E’ successo. Qualche pescatore si è trovato nei giorni scorsi pesci sconosciuti impigliati nelle reti, mai visti prima, con tutta probabilità entrati nel Mediterraneo da Suez, risalendo dal mar Rosso. Specie tropicali che trovano habitat accogliente e naturale nel mare nostrum a causa delle temperature dell’acqua.

Una misurazione eseguita nei giorni scorsi a marina di Andrano faceva registrare il record di 28,5 gradi. Il tutto di mattina, mentre è probabile che a fine giornata l’acqua potesse essere ancora più calda. Mentre in altre parti della costa pugliese la temperatura rilevata non è mai stata inferiore ai 27 gradi.

Ciò che sembra un fatto addirittura piacevole, e che incoraggia i bagnanti a lasciarsi andare con maggiore slancio nell’acqua del mare, è in realtà un fatto dai risvolti imprevedibili. Le temperature delle ultime settimane hanno fatto innalzare vertiginosamente anche quelle del mare e si sta innescando il tanto temuto processo di tropicalizzazione dei nostri mari che potrebbe portare pericolose conseguenze per il nostro delicato ecosistema marino.

Innanzitutto la fauna marina è costretta ad inabissarsi per resistere al troppo caldo e il contestuale arrivo da fuori Mediterraneo di altre specie che nulla hanno a che vedere con quelle autoctone. L’acqua calda è poi un problema anche per la flora marina, i mutamenti anche se leggeri e apparentemente impercettibili del nutrimento dei pesci può comportare variazioni a lungo termine delle quali i biologi hanno timore. Insomma meglio l’acqua con i suoi 23 o 24 delle calde estati che non quella di 27 o addirittura 28. Se continuiamo così il pesce ci esce dal mare già bello e cucinato…