Il Servizio Sociale a misura di cittadino: studenti e assistenti si confrontano in Ateneo


Condividi su

Professori, studenti e assistenti sociali. Tutti assieme, riuniti all’interno di un open forum nel cortile esterno del Palazzo ‘Codacci-Pisanelli’, in Ateneo, per dedicare interamente una giornata ai temi che riguardano dignità e valore delle persone. In occasione del ‘World Social Work Day’ (Giornata Mondiale del Servizio Sociale) infatti – celebratosi lo scorso 17 marzo 2015 – il Corso di Studio in Servizio Sociale e in Progettazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali, d'intesa con l’AIDOSS (Associazione Nazionale Docenti di Servizio Sociale), ha organizzato anche quest’anno un momento d’incontro che promuove “il confronto aperto, informale, spontaneo, alternativo” – dicono gli organizzatori. “Un momento per discutere intorno a un tavolo, in piedi, davanti a un tè o un caffè, confrontandosi attraverso sollecitazioni provenienti dal mondo accademico, professionale, dell’associazionismo e del pensiero comune”.

Ed è proprio il vicepresidente del Corso di Studi in Servizio Sociale – Anna Maria Rizzo, professoressa di metodi e tecniche del servizio sociale presso l’Università del Salento – ad esprimere la propria soddisfazione ai microfoni di Leccenews24.it: «Anzitutto bisogna sottolineare la partecipazione degli studenti all’iniziativa. E, soprattutto, il bellissimo fermento organizzativo precedente all’evento odierno». «È il sesto anno che organizziamo questa giornata – prosegue – e anche noi ci siamo associati all’associazione nazionale del Servizio Sociale. Manifestazione che nasce con l’intento di far confrontare mondo accademico, mondo professionale e studenti».

«Oggi abbiamo anche delle esperienze dirette di comunità partecipata, specie grazie a quei cittadini utenti affetti da alcune forme di disabilità, o comunque bisognosi d’aiuto. A ciò uniamo il legame tra diritto e bisogno. Esigibile non solo perché l'individuo diviene oggetto di diritto, ma anche soggetto di diritto. L’intento – conclude – è quello di rendere il servizio sociale un servizio di strada, uscendo fuori dalle aule chiuse». Ampio merito, dunque, alla macchina organizzativa messa in piedi da Cristina Arigliani, rappresentante degli studenti e membro dell'associazione Swip (Social Work in Progress). 

«Il Servizio sociale come professione è un valore aggiunto per il nostro territorio – ci confessa Vaniana De Tommaso, studentessa diversamente abile del Corso in Servizio Sociale presso l’Ateneo salentino – ed io ne sono la testimonianza reale. Occorre dare voce a chi non ne ha. Partecipo, oggi, ad un tavolo tematico che vuole elevare le voci silenziose. Voglio sottolineare che il Centro per l’Integrazione offre servizi qualitativi. Per me l’Università non è solo un momento di studio, bensì di relazioni. Grazie a Paola Martino, responsabile del Centro Integrazione, posso mettere in campo non solo le mie esperienze, ma anche ciò che sono io stessa».