C’è chi ha deciso, suo malgrado, di ‘rinunciare’ agli ulivi già condannati dal batterio killer per non rischiare di perdere anche gli altri e chi, invece, proprio non ci sta ad accettare senza se e senza ma il ‘Silletti bis’. Ai contadini che con le loro stesse mani hanno provveduto agli abbattimenti volontari, altrettanti con forza hanno difeso i preziosi alberi, alcuni addirittura secolari, destinati alle ruspe. Per 61 piante infette, nelle campagne tra Torchiarolo e Trepuzzi, non c’è stato più nulla da fare. Per le altre una speranza l’ha data il Tar del Lazio che, con decreto presidenziale, ha disposto lo stop del piano voluto dal commissario straordinario per contrastare l’avanzare della peste. Una vittoria, momentanea ma importante: i mezzi meccanici, infatti, dovranno rimanere spenti, almeno fino al 4 novembre.
Il provvedimento ha valore soltanto per i terreni di quegli agricoltori che hanno avviato l'azione giudiziaria. In 21, infatti, hanno impugnato le notifiche e tramite il ricorso presentato dagli avvocati Mariano Alterio e Mario Tagliaferro e con la consulenza giuridica del professor Nicola Grasso dell’Università del Salento, si sono rivolti alla magistratura. «Tagliamo le piante infette, ma combatteremo per evitare la strage degli ulivi sani che si trovano nella fascia dei 100 metri» hanno urlato i proprietari di alcuni terreni inseriti nella fascia cuscinetto che hanno fatto ‘interpellato’ il Tar.
Il giudice, sottolineando che «dall’ordine di estirpazione delle piante di olivo impartito con i provvedimenti impugnati deriva un danno grave e irreparabile, perché irreversibile» ha accolto l’impostazione dei ricorrenti emettendo un decreto “inaudita altera parte” per bloccare l’eradicazione e fissando al 4 novembre la Camera di consiglio per la decisione definitiva sulla sospensiva.
La notizia è arrivata mentre la rabbia di un centinaio di agricoltori si era spostata a Bari, davanti alla sede del consiglio regionale. Il governatore Michele Emiliano, hanno tuonato i manifestanti sventolando striscioni e ramoscelli «in campagna elettorale aveva promesso che si sarebbe opposto agli abbattimenti e che avrebbe dato spazio alla ricerca contro la xylella: dove sono finite le sue parole?».
Dopo l'incontro con il presidente, gli agricoltori hanno bloccato via Capruzzi in segno di protesta: «Emiliano ci ha presi in giro – dicono: Ci ha detto che la Regione non può fare nulla per fermare gli abbattimenti. Questa è una dichiarazione di guerra e noi siamo pronti a combattere».
Intanto, altri agricoltori hanno bloccato per protesta la Lecce-Brindisi, provocando non pochi disagi alla circolazione stradale. Il tratto di strada, proprio all'altezza dello svincolo per Torchiarolo è stato chiuso. I dimostranti si sono fermati al centro della carreggiata con le auto e a piedi, tanto che è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine.