In 140mila a Melpignano per La Notte della Taranta, sui social il pubblico si dimostra diviso


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Il bilancio non può che dirsi positivo per un evento che riesce ad attirare in una piccola realtà salentina 140mila persone. Il concerto de La Notte della Taranta, che si è svolto sabato scorso, è stato un connubio di ritmi anche opposti tra loro, contaminazioni e danze tradizionali capaci di aspirare nel proprio vortice coloro che sono giunti a Melpignano per onorare l’appuntamento che più di tutti è diventato irrinunciabile per il territorio intero, anche quello oltre regione.
Ma si sa, il bello è soggettivo e, insieme agli apprezzamenti per lo spettacolo, piovono anche le critiche.

Va detto, però, che mai come questa volta il pubblico appare diviso, quasi una spaccatura tra coloro che hanno più che apprezzato i virtuosismi proposti sul palco dal maestro Raphael Gualazzi (c’è chi scrive sui social che la versione al piano de Lu Rusciu te lu mare sia stato qualcosa di eccezionale, una versione da far salire i brividi dalla prima all’ultima nota) e coloro che, invece, quasi non hanno riconosciuto l’anima che ha sempre caratterizzato la Notte di Melpignano (più di qualcuno pensa con profonda nostalgia  alla direzione artistica del grande maestro Ambrogio Sparagna).

Proviamo a farvi leggere i commenti che hanno colorato le pagine dei social alla fine dello spettacolo.

Se da un lato c’è chi afferma si sia trattato di un “Concerto capolavoro”, con “Atmosfere sensazionali” e “Luci bellissime, arrangiamenti fantastici, da brividi”, affascinato dalla “modernità” proposta da Gualazzi, dall’altro si manifesta tanta delusione e qualcuno si chiede “ma le radici dove sono?”. E altri “Gualazzi l’ha girata a sala poker”; “Una vergogna! Non si sentivano i tamburelli” “Non ci sono state voci salentine”. Ma la critica più sentita è stata quella relativa alla mancanza di un messaggio sociale in difesa della Terra salentina: non una parola su Tap, sul Caporalato, sugli Ulivi che muoiono. Soltanto un generico messaggio di Pace.

Per molti la grande assente sul palco è stata “la voce vera del Salento”. Mettendo da parte il grande lavoro e la grande professionalità di Raphael Gualazzi, in alcuni commenti si esprime l’amarezza per la mancanza di quelle tematiche legate al Salento e alla sua identità che invece in passato sono state regine del palco dal quale negli anni sono stati sempre lanciati messaggi di denuncia e orgoglio di appartenenza.
 
Tant’è. Intanto il sindaco di Melpignano, Ivan Stomeo, ha espresso il proprio sentito ringraziamento “A Raphael Gualazzi, agli  straordinari musicisti dell'orchestra e ai componenti di ballo ai direttori artistici Daniele Durante e Luigi Chiriatti, agli artisti ospiti, ai tecnici a tutti coloro che hanno permesso la buona riuscita del concertone”. E poi un grazie “alla comunità, al Prefetto, al Questore e a tutte le forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, al personale del 118 e Croce Rossa, al personale della ditta Ecotecnica per l'eccellente lavoro di pulizia dell'area alle prime luci dell'alba”.
 
Insomma, risvolti della medaglia. Quel che certo accomuna un po’ tutti è la certezza che la taranta sia ormai simbolo di un popolo e di una terra che, come vi abbiamo già raccontato, ha stregato tantissime persone note e meno note. L’appuntamento è per il prossimo anno e, voci di corridoio bisbigliano, che maestro concertatore potrebbe di nuovo essere il cantautore di Urbino.