In soli due mesi sono stati 118 gli incendi domati dai vigili del fuoco e dai volontari della protezione civile nella zona di Ugento. Un’impennata del 24% rispetto all’anno precedente. Ad evidenziarlo è la Coldiretti Puglia, recependo i dati diffusi dalla protezione civile di Ugento sugli interventi che hanno coinvolto i volontari nei soli mesi di luglio e agosto. L’ultimo nelle scorse ore, quando un ennesimo rogo è divampato nelle campagne della zona, mandando in fumo 300 ulivi e aggiungendosi alla lista che già a inizio settimana si era infittita con l’incendio della zona Macolone, nella mattinata di Ferragosto. Sono così giunti a 1500 i roghi che da giugno hanno coinvolto i paesaggi salentini: 30 al giorno, avvertiva la stessa Coldiretti a inizio mese, puntando il dito contro lo stato di abbandono delle campagne salentine.
È il presidente della sezione regionale Savino Muraglia a tornare sul discorso a fronte dei continui aggiornamenti che allungano la lista degli incendi in Salento. “Gli incendi sono solo la punta dell’iceberg dello stato di abbandono in cui versano le campagne in Salento a causa della Xylella, che non è un problema solo dell’agricoltura, perché enorme è il danno arrecato dalla malattia al paesaggio e al patrimonio culturale stesso del Salento, con ripercussioni gravissime su tutta l’economia salentina, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività”, afferma il presidente della Coldireti Puglia.
Rincara la dose il presidente di Coldiretti Lecce Gianni Cantele, secondo cui al puzzle dei roghi che dilaniano le terre salentine occorre aggiungere i tasselli delle lungaggini burocratiche e degli inadempimenti regionali, causa dei ritardi nelle azioni di contrasto alla Xylella. “Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della Xylella”, afferma Cantele. “Le lungaggini e gli intoppi regionali per liberare le risorse della sottomisura 5.2 del PSR Puglia hanno prodotto ritardi biblici negli espianti, tanto che molti agricoltori saranno costretti a reimpiantare nel marzo 2021. A questo si aggiungono i vincoli paesaggistici, per cui a nulla sono serviti i nostri continui appelli, che ancora ostacolano la rigenerazione del Salento, gli espianti e i reimpianti anche di altre colture che libererebbero finalmente il Salento dalla condanna di una monocoltivazione”.
Critico con la gestione della Xylella, Cantele evidenzia lo stato di abbandono degli agricoltori salentini “ancora ingabbiati e abbandonati al loro destino”, afferma riferendosi all’incuria delle istituzioni pugliesi nella gestione di un dramma che – ricorda Coldiretti – “ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera corale”