‘Perdonaci, San Cataldo. Non siamo stati all’altezza di proteggerti’, l’editoriale di Mario Spagnolo

Dopo l’incendio che ha distrutto San Cataldo, la riflessione commossa di Mario Spagnolo, una vita spesa nell’associaziosmo che si occupa di Protezione Civile.

San Cataldo, ora tutto è compiuto! Già, dopo anni di trascuratezze, incuria, una marina abbandonata a se stessa tra promesse mirabolanti e miserabili fallimenti… ieri è arrivato l’atto finale che ha devastato gran parte della “marina dei leccesi” per antonomasia. Per colpa, molto probabilmente, di delinquenti ai quali nulla importa della vita delle persone figuriamoci della natura.

È un colpo quasi mortale quello inferto alla marina che anni fa rappresentava un luogo di aggregazione tra i cittadini leccesi. Ancora sentiamo nelle orecchie l’emozionante racconto dei nostri genitori che prendevano la corriera con i nostri nonni per recarsi in quella spiaggia di rinascita dopo gli anni bui della II Guerra Mondiale. Sapore di sale, sapore di mare…questo eri per noi San Cataldo noscia che amalgamavi sulle tue spiaggie i diversi ceti rendendo Lecce una comunità unita e salda.

Poi il declino, ancora non so spiegarmi il perché, un declino che ha accompagnato la sua lenta agonia fino a ieri.

Inutile addossare colpe a qualcuno in particolare, però su almeno tre aspetti vorrei porre l’attenzione.

Il primo è la prevenzione che a tutti i livelli non è stata all’altezza di quanto stava accadendo per porre rimedi. La tecnologia ci permette oggi cose incredibili e quindi mi rifiuto di credere che davvero tutto sia stato fatto, anzi!

Il secondo: il lassismo delle istituzioni di fronte a questi reati, perché di questo si tratta, non ponendo un pugno duro e deciso senza nessuna pietà verso colori i quali si rendono responsabili dei disastri ambientali come quello di ieri.

Terzo: cerchiamo di non raccontare frottole ai cittadini che gli incendi si innescano per magia o per il troppo caldo, ne va di mezzo la credibilità di chi scrive certe corbellerie. È l’uomo nel 99% dei casi ad appiccare fuoco e far sviluppare gli incendi. Provate ad andare indietro negli anni e ci si accorgerà che quelli più devastanti sono stati innescati in giornate ventose per aumentare il risultato secondo la mente perversa dei responsabili.

Mi piange il cuore per quanto accaduto ieri, sono stravolto nella mente e nell’anima. Per quanti come me hanno vissuto momenti di serenità, direi anche di magia nella nostra bellissima marina, quanto accaduto provoca tanta rabbia.

Scusaci San Cataldo, non siamo stati all’altezza di proteggerti, coccolarti e rilanciarti. Ora però bisogna ripartire per guarire queste profonde ferite e renderti ancora più bella dei tuoi anni migliori.

Mario Spagnolo



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