‘Fascisti, servi dei grillini, pidioti, comunisti’, quanti insulti e quanto odio in una campagna elettorale sempre più social!

Mancano 48 ore al silenzio elettorale di una campagna difficile e imprevedibile. Le Europee si intrecciano alle Amministrative: toni alti, provocazioni inutili, offese gratuite.

Racconti il flashmob di Giorgia Meloni a Lecce? ‘Fascisti!’.

Testimoni la visita di Nicola Zingaretti in città? ‘Pidioti’.

Scrivi un articolo sul comizio di Matteo Salvini a due passi dall’Anfiteatro Romano? ‘Leghisti, nemici del Sud, pagati per non raccontare la contestazione al Ministro!’

Posti sulla pagina facebook il video di chi si oppone con cori e striscioni al capo della Lega in Piazza Sant’Oronzo? ‘Vi piacciono gli immigrati irregolari’

Parli dell’aggressione al Gazebo della Lega? Qui le fazioni si spaccano. C’è chi ci accusa di difendere le ‘zecche’ che hanno ferito al volto una ragazza di diciassette anni!’. E chi ci taccia di ‘esagerare’ perché si trattava solo di una ragazzata, di una goliardata.

Annunci l’arrivo nel Salento di Laura Boldrini? ‘Comunisti!’

Dai visibilità ad un ragazzo autistico di 14 anni che con la sua semplicità ha toccato il cuore del Presidente del Consiglio e vuole fargli sapere che grazie al reddito di cittadinanza suo padre gli ha comprato tante cose? ‘Servi dei grillini!’

Ormai non c’è più fine al peggio. L’odio, la maleducazione, la violenza verbale, l’offesa gratuita esondano dalle tastiere, sconfinano dai monitor di tablet e cellulari, si annidano nei pc con la voracità tipica della cattiveria.

Facebook non fa apparire sulla tua bacheca il post che ti aspetti? E vai con l’insulto. Se qualcuno non la racconta nella maniera che ti piace o ti fa comodo è automaticamente un venduto, un servo, un verme. Anzi, un giornalaio.

Non ci si prende nemmeno il fastidio di controllare la pagina del sito per rendersi conto della completezza o meno dell’informazione. In alcuni casi non si clicca nemmeno all’interno dell’articolo: per giudicare è sufficiente un titolo o una foto.

La fanno da padroni il caso e la sorte che governano gli algoritmi di facebook che alcuni post li mettono sulla tua bacheca ed altri no. La rete non consente nessun filtro. Non il filtro della censura che non serve a nulla; piuttosto il filtro dell’educazione, delle buone maniere, del rispetto, del pudore contro ogni offesa sguaiata perché l’eventuale colpa non solo non è provata, ma non esiste.

Noi abbiamo deciso di non soprassedere. Con un paio di haters che ci hanno qualificato in maniera vergognosa, oltraggiando il nostro lavoro e la nostra professionalità, ci vedremo nelle sedi competenti e sarà certamente un giudice a stabilire se l’offesa gratuita e volgare è permessa, oppure se ancora in questo Paese è possibile pretendere quantomeno lo stesso rispetto che si dà al proprio pubblico, alla propria audience, ai propri followers.

Peccato che un’arena così vasta, così partecipata e così variegata come quella di internet debba essere maltrattata da leoni da tastiera in cerca di quella visibilità che altrove evidentemente non hanno e da odiatori seriali che offendono tutto e tutti pensando di farla comunque franca.

Significa che non bisogna criticare e contestare? No, significa che bisogna criticare e contestare con educazione, senza essere prevenuti.

Il nostro grazie va quindi a tutti coloro che ci seguono, e fortunatamente sono tanti ma proprio tanti, sui nostri canali social e sul sito confrontandosi quotidianamente.

Aggiornandosi con noi, informandosi con noi, incazzandosi con noi davanti alle piccole e grandi incurie del nostro territorio, restando estasiati dalle sue tante bellezze e facendosi a volte anche qualche risata quando affrontiamo argomenti più leggeri.

Grazie, perché prima ancora che della pubblicità il nostro sito vive del vostro affetto e della vostra stima.



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