Ascoltare il Papa dovrebbe essere un dovere per tutti quelli che si ritengono cristiani, o meglio, per tutti quelli che si sforzano di comportarsi come tali.
Dal 24 febbraio scorso gli appelli del Santo Padre in favore della pace, diversi da quelli guerrafondai di alcuni capi di altre confessioni religiose, sono continui, la diplomazia vaticana sta utilizzando tutte le forze in campo per aiutare chi soffre e, affinché, tutti coloro che detengono il potere decisionale sulle sorti di questa guerra-carneficina, possano arrivare ad un accordo, quanto meno gravoso per tutti. Anche durante l’Angelus di domenica scorsa in Piazza San Pietro, il Papa ha rivolto l’ennesimo appello, in favore della pace, con la voce rotta dall’emozione: “Questa settimana… Mariupol è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi, non ci sono ragioni strategiche che tengono, c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata prima che riduca le città a cimiteri. Con il dolore nel cuore, unisco la mia voce a quella della gente comune che implora la fine della guerra. In nome di Dio si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi, si punti veramente e decisamente sul negoziato e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio vi chiedo, fermate questo massacro… Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra e, chi appoggia la violenza, ne profana il nome”.
Nel libro del profeta Isaia è scritto che “Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare perché dia il seme al seminatore e il pane da mangiare”, nello stesso modo si spera che le parole del Papa non ritornino indietro senza aver avuto l’effetto desiderato ed operato ciò per cui sono state pronunciate, ossia la fine della guerra ed il rispetto della vita umana. Non esistono condizioni alla vita, non si scende a compromessi quando il protagonista è l’essere umano, la sua integrità fisica e psichica. L’appello che spontaneamente esce dal cuore di ogni cittadino di buona volontà è quello dell’amore verso il prossimo, senza ostacoli e barriere. Tutto questo implica abbandonare egoismi ed interessi personali che annebbiano le menti. L’unica condizione è quella della fine delle ostilità, con la strada della diplomazia.
