
“Contrari alla militarizzazione delle strade. La soluzione è investire in uffici strategici per il controllo del territorio”, con queste parole il Siulp di Lecce il Sindacato Unitario del lavoratori della Polizia , commenta la notizia che il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini ha reso nota sul suo profilo facebook, con la quale ha annunciato di aver scritto al Prefetto Luca Rotondi per chiedere la valutazione dell’attivazione nel capoluogo leccese del progetto “Strade Sicure”, che prevede l’impiego congiunto di equipaggi composti da operatori delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito, ciò al fine di innalzare la percezione di sicurezza nei quartieri della città maggiormente esposti alla recrudescenza della microcriminalità.
Il Sindacato – fa sapere “Che anche solo ipotizzare la militarizzazione delle strade equivale ad una sconfitta per tutti perché intacca il patto sociale tra lo Stato ed i cittadini che demanda alla Polizia di Stato la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Tutto ciò a fronte di un facilmente ipotizzabile insuccesso”.
“Già lo scorso 4 aprile avevano avvertito un rigurgito di militarizzazione delle attività di Polizia, quando il Sig. Capo della Polizia di Stato Prefetto Vittorio Pisani, in un incontro con le Organizzazioni Sindacali ha illustrato un progetto di riorganizzazione degli Uffici della Polizia di Stato che coinvolge anche un articolazione strategica per il controllo del territorio come il Reparto Prevenzione Crimine di Lecce”, dichiara il Segretario Generale del Siulp Lecce, Mirko Bray.
Ovviamente -prosegue – dietro il termine riorganizzazione si cela la parola giusta, ovvero chiusura, ipotesi che oggi si manifesta in tutta la sua nefandezza, in quanto si ipotizza di sopprimere un Ufficio altamente specializzato proprio nell’attività di presidio del territorio, motivo per cui riteniamo fermamente che nel tavolo che il Prefetto Rotondi si appresta a convocare, l’argomento da dibattere, che potrebbe risultare più utile alla causa di cui si discute, sia la levata di scudi per scongiurare che quanto allo studio del Viminale si concretizzi, è evidente che il contrario si tramuterebbe in un arretramento dello Stato i cui effetti ricadrebbero non solo sulla città di Lecce ma su tutto il territorio salentino.
Di contro – conclude – sarebbe necessario chiedere con forza il rilancio del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce attraverso una massiccia iniezione di nuovi operatori, solo questo permetterebbe di garantire un modello di sicurezza strutturale in grado di innalzare il livello di sicurezza per Lecce e per l’intero hinterland, con l’impiego di operatori formati per questo scopo, al contrario il personale dell’Esercito viene addestrato per operare in scenari di guerra e gli vengono ordinariamente affidate mansioni molto lontane da quelle necessarie per garantire la sicurezza in un contesto urbano.”