Kim Rossi Stuart al Festival del Cinema Europeo: “Pubblicherò un libro di racconti”


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Papà del piccolo Ettore, attore, regista e sogno delle ragazzine che sono rimaste stregate dal suo sguardo di ghiaccio quando ha vestito i panni di Anthony Scott nel film “Il ragazzo dal kimono d’oro” e ancor di più quando ha interpretato Romualdo in “Fantaghirò” che lo ha consacrato nel cuore del grande pubblico. Kim Rossi Stuart sarà il protagonista della quarta giornata del Festival del Cinema Eurppeo, dove riceverà l’Ulivo d’oro alla Carriera.

E di carriera il bel romano può vantarsi di averne fatta tanta. È stato il protagonista della fiction «Uno Bianca», ha vestito i panni di Lucignolo in «Pinocchio» e quelli del Freddo in «Romanzo Criminale», il film di Michele Placido che prende spunto dalla storia della Banda della Magliana. E ancora: ha interpretato il ruolo del bel Renè nel film “Vallanzasca – Gli angeli del male” per il quale ha vinto (tra gli altri) il nastro d’Argento come miglior attore, fino al successo ottenuto con «Il Commissario Maltese» del quale – dice – non ci sarà nessun sequel: «Ho lasciato Maltese sulla spiaggia a contemplare l’infinito, immagino sia ancora là. La produzione si è interrogata su un eventuale seguito ma credo abbiano deciso di non farlo. D’altronde non era semplice proseguire, penso il personaggio abbia compiuto suo percorso. Ma se trovassero un’idea che li convince e ci convince, se ne potrebbe riparlare».

La giornata nel capoluogo salentino per Kim Rossi Stuart proseguirà fino a stasera, quando l’attore incontrerà il pubblico alle 20.30 al cinema Massimo, sala 1. Intervistato dal critico Enrico Magrelli, riceverà l’Ulivo d’oro alla carriera. Di seguito, ci sarà la proiezione del suo secondo film da regista: “Tommaso” , presentato fuori concorso alla mostra del cinema di Venezia nel 2016.

La pellicola racconta le vicende di un attore quarantenne, perennemente all’ossessiva ricerca del vero rapporto, quello con la donna della sua vita, mentre le donne, che hanno la terribile sorte di incontrarlo, per un motivo o per l’altro, ai suoi occhi non potranno mai esserlo.

Stare dietro la macchina da presa gli piace, come ha dichiarato in conferenza stampa. Sente questo mestiere più affine a lui, “più organizzativo e meno istintivo e non in primissima linea come quello dell’attore”.

Forse non era nato per fare l’attore, altrimenti perché quel terrore, quello sforzo, “la sudarella”, il malessere che gli provocava esporsi alla macchina da presa? “Forse sarei stato più portato per lavori più semplici… mi piaceva molto l’idea di fare edilizia acrobatica”. Ma poi, conclude Kim Rossi Stuart, ci sono attori che hanno intrapreso questo mestiere proprio per superare i loro limiti e, si dice, che siano proprio quelli a dare qualcosa in più.

L’esordio potrebbe essere legato al fatto d’essere figlio d’arte o all’incontro fortuito, che Kim conferma, con Valsecchi sul raccordo anulare, mentre da ragazzino faceva l’autostop, certo è che ad ascoltarlo sembra che per lui fare l’attore sia soprattutto una questione di responsabilità verso se stesso e verso il pubblico.

L’introspezione è evidentemente alla base del suo approccio quasi psicanalitico, ricordando workshop seguiti da adolescente usa l’espressione “Il mestiere d’attore è una ricerca di crescita”, sia che si prepari al ruolo analizzando le più piccole sfaccettature del personaggio, quasi in modo autistico come per “Vallanzasca” di Michele Placido o seguendo le istruzioni del regista Gianni Amelio, che gli chiede per favore di non studiare per interpretare l’indimenticabile Gianni, padre di un ragazzino con gravi Handicap, in “Le chiavi di casa”. In quel caso gli si richiedeva semplicemente tutta la sua umanità e la sua dedizione. Quest’ultimo, come gli altri ruoli, interpretati da Kim Rossi Stuart, sono la testimonianza di scelte professionali molto selettive, sempre più difficili in un cinema italiano, che negli ultimi anni offre molte meno possibilità, soprattutto a chi ama il cinema introspettivo.

Dopo l’esperienza alla regia e anche nei panni del commissario “Maltese” di Gianluca Tavarelli, miniserie televisiva del 2017, Kim confessa che ha provato a prendersela comoda senza darsi anima e corpo, ma che no, non ci riesce, evidentemente ha bisogno di viversi sempre e comunque la sua “via crucis”.

In cantiere un progetto probabilmente cinematografico, sullo spunto di uno dei racconti che Kim Rossi Stuart ha voluto scrivere valicando la linea di confine con la narrativa. A breve la loro pubblicazione. Di più su questo preferisce non dire.

di Annalisa Aprile