L’appello di Unione Ciechi Lecce:’Testi scolatici in braille anche per i meno abbienti’

L’Unione Italian Ciechi Lecce, attraverso una nota del prof. Luigi Mangia, lancia un appello alla politica locale:’Si adattino i libri di testo scolastico per i ragazzi non vedenti e ipovedenti’

Diritto allo studio e alla formazione professionale per i ragazzi non vedenti. Un tema di cui bisogna parlare, soprattutto oggi, 13 Dicembre, data che celebra proprio la figura protettrice delle persone affette da cecità, ovvero Santa Lucia. Non solo. Contestualizzando la giornata odierna, ecco partire un appello al sindaco di Lecce, Paolo Perrone, così come a tutta l’Amministrazione Comunale, da parte dell’Unione Italiana Ciechi di Lecce. Con una nota del loro rappresentante infatti, il prof. Luigi Mangia – direttore della biblioteca braille dell’Istituto Antonaci, nonché responsabile istruzione e cultura della medesima associazione – invita Palazzo Carafa “ad aiutare a sostenere le ingenti spese che occorrono per adattare i libri di testo scolastici per le esigenze dei nostri ragazzi, ossia la trasformazione in braille per i non vedenti assoluti, e testi ingranditi al massimo per gli studenti che sono ipovedenti”.

Specifichiamo. Il braille è un sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti e ipovedenti messo a punto dal francese Louise Braille nella prima metà del diciannovesimo secolo. Consiste in simboli formati da una massimo di sei punti – impressi con un punteruolo su carta spessa – grazie ai quali esiste un vero e proprio alfabeto. Ecco perché, in un’ottica di inclusione sociale – e soprattutto formativa – serve che gli studenti ciechi possano usufruirne nel migliore dei modi.

Gli allievi ipovedenti, peraltro, crescono di numero ogni anno. “I genitori dei nostri ragazzicontinua il prof. Mangiasono disperati. Chi ha la possibilità economica, adatta a proprie spese questi libri. Gli altri ragazzi si arrangiano e frequentano la scuola senza motivazioni e interesse”. Da qui l’appello a tutte le istituzioni, affinché possano adoperarsi maggiormente riguardo al tema della cecità. E non esclusivamente verso gli studenti, ma anche nei confronti delle persone anziane e attraverso iniziative di prevenzione che coinvolgano, ad esempio, le Asl del territorio.



In questo articolo: