Si è giunti ieri al quarto appuntamento con Altri Mondi, la ricca Rassegna ideata dal filosofo e sociologo salentino Luca Carbone, promossa dall'Associazione Percorsi Meridiani, dalla libreria Fiordilibro di Emilia Frassanito, con la collaborazione logistica di Part Produzioni Artistiche. L’incontro sul tema “ Iran Oggi fra tradizione e innovazione”, patrocinato dal Comune di Galatina, si è tenuto presso il locale Palazzo della Cultura. E’ scaturita un’interessante conversazione don Hossein Arbabi, 57 anni, nato a Teheran, da trenta anni in Italia, responsabile Touring e Automobile Club Iran.
Entrato subito in empatia con il pubblico, Arbabi ha avuto il merito di mettere in risalto le facce multiformi e le tante contraddizioni di un Iran di cui ci accorgiamo di sapere davvero poco. Non è una novità il suo forte legame con il Salento: da venti vive a Lecce con la moglie italiana, è referente ufficiale per il turismo iraniano, la cultura, l’artigianato, il commercio e l’impresa. Nell’arco dell’ incontro – seminario con la l’ospitale compartecipazione dell’Università popolare “Aldo Vallone” di Galatina sono state proiettate suggestive immagini che hanno arricchito il suo già coinvolgente racconto. Sono passati in rassegna usi e costumi e perfino la cucina di un popolo sorprendente. Non poteva mancare, infine, il riferimento alla storia del tappeto, per gli Iraniani simbolo di ricchezza e benessere.
Cosa pensano gli Italiani del suo Iran?
Conoscono poco o nulla, ma hanno tanti pregiudizi, pensano addirittura che sia amico dell’Isis e che sia un Paese pericoloso.
In realtà?
Un Paese fra i più tranquilli fra i trentatré da me visitati negli ultimi tempi.
Che percezione hanno gli Iraniani dell’Italia?
Ne amano la cultura, l’ arte, il cibo.
Cosa sta facendo per facilitare la cooperazione italo-iraniana?
Mi sforzo di fare da ponte. Vado in Iran quasi ogni due mesi e nel prossimo settembre mi occuperò di un grosso meeting, con una fiera dell’ecoturismo a cui siete tutti invitati.
Come valuta la riconferma di Hassan Rouhani alla guida del Paese?
Le giovani generazioni hanno creduto in lui, è garanzia di stabilità e di sviluppo.
di Fausto Melissano