‘Laudato Sii – Trivelle No’, il Salento che dice no alle ricerche di oro nero nel suo mare

Parte dal Capo la protesta che sta montando contro le ricerche di petrolio nei mari salentini. L’associazione Italia Nostra ha lanciato l’iniziativa per fermare ogni possibile speculazione ai danni dell’ambiente. Appuntamento domenica a Santa Maria di Leuca.

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Un territorio che ormai balza alle cronache per quelle che alla vista di molti appaiono come vere e proprie aggressioni all’ambiente. A tener banco oggi, tra le altre cose, è la lotta che dall’estremo tacco d’Italia sta partendo per dire no alle trivelle che potrebbero essere impegnate a cercare il petrolio nei fondali marini, dal Gargano al Salento.
 
Così ha già avuto inizio la protesta e quattro sindaci del Sud Salento, ovvero il primo cittadino di Salve, Patù, Morciano di Leuca e Castrignano del Capo, hanno aderito all’iniziativa lanciata da Italia Nostra, astenendosi dal cibo. Uno sciopero della fame che vuole urlare la contrarietà di un territorio alle ricerche di oro nero che, come sostengono gli ambientalisti, porterebbe seri danni per l’ecosistema dei nostri mari.
 
La tutela dei mari del Salento è la priorità – si legge in una nota – e per questo è prevista per mercoledì prossimo una conferenza stampa organizzata dall’associazione Italia Nostra presso il piazzale del Santuario di Leuca, durante la quale verranno fornite informazioni dettagliate sul programma della manifestazione prevista per domenica 12 luglio, comprese le varie forme creative che consentiranno il coinvolgimento della cittadinanza, delle Amministrazioni, e di quanti vorranno aderire. All’occasione, saranno presenti i sindaci che hanno già aderito o che vorranno aderire con con lo sciopero della fame.
 
Insomma, le trivelle ora fanno paura e la provocazione di Greenpeace di qualche giorno fa sembra abbia fatto proprio breccia nel cuore di chi non ci sta a far violentare un territorio nell’unico obiettivo di far business.
 
Già nei giorni scorsi il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone ha convocato al tavolo di palazzo Adorno i sindaci dei territori rivieraschi che potrebbero essere coinvolti dalla vicenda, invitando i primi cittadini a fornire quanto prima i pareri tecnici che possano motivare carte alla mano il perché quei progetti non s’abbiano da fare.



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