
Il Salento è tornato ancora una volta sugli schermi delle principali tv nazionali e lo ha fatto, ancora, per la vicenda xylella. Nella serata di ieri, infatti, le telecamera de ‘Le Iene’, la storica trasmissione di inchiesta in onda su ‘Italia 1’, guidate dalla giornalista Nadia Toffa, sono tornate nuovamente ad occuparsi del batterio killer degli ulivi.
Toffa non è certamente nuova in terra salentina: ‘Le Iene’ si sono occupate da vicino della vicenda nel corso degli ultimi mesi, tornando più volte sull’argomento con nuovi e scottanti report. Ieri una nuova puntata, dove al centro è stato messo il tema delle indagini da parte della Procura di Lecce e il clamoroso disinteressamento da parte del Ministero delle Attività Agricole emerso dalle parole della dottoressa Barba.
Ma procediamo con ordine. La giornalista Mediaset ha iniziato mettendo in chiaro quanto sta accadendo negli uffici della Giustizia. Nadia Toffa ha raggiunto direttamente il Procuratore Cataldo Motta, il quale ha spiegato come, secondo gli investigatori, gli scienziati che hanno condotto le ricerche sugli esemplari malati siano tra i principali responsabili degli abbattimenti. Perché? ‘La xylella il Salento esiste da trent’anni – ha spiegato Motta – ma solo ora le hanno attribuito i malanni della piante’. Secondo la Procura, insomma, si è arrivati alle operazioni di sradicamento un po’ troppo in fretta, senza pensare che magari la causa degli essiccamenti poteva essere un’altra.
Come è noto, l’inchiesta ha portato allo blocco degli abbattimenti, con rumorose ripercussioni sul piano non solo agricolo, ma anche politico. Ma comunità scientifica si è ovviamente divisa sulla decisione: c’è chi sostiene che così facendo si lascia campo libero al batterio di espandersi continuamente, e chi ritiene che l’emergenza sia solo apparente.
‘Gli ulivi rigermogliano – chiosa Fabio Ingrosso, Presidente di Copagri Lecce – quindi perché abbattere?’. Stando ad alcuni interventi effettuati anche da un’impresa di Caserta, infatti, gli ulivi sotto trattamento tornano a rifiorire, senza la necessità di arrivare a decisioni estreme.
La discussione si sposta anche sul piano internazionale. Anche da Bruxelles, ad esempio, le posizioni sono divise, con chi ritiene che gli abbattimenti non sono necessari e chi spinge per buttare giù gli alberi, come la Direttiva della Commissione, attuata dal Piano Silleti, vuole.
Tornando alla Puglia, le ricerche sul batterio sono state condotte da alcuni studiosi dell’Università di Foggia, tra cui la dottoressa Carlucci: ‘le ricerche sono state fatte – ammette ai microfoni di Italia 1 – ma ancora nessuna risposta ci è stata pervenuta’. Nadia Toffa e la sua truppa si è rivolta allora alla dottoressa Marina Barba, coordinatrice comitato scientifico Xylella: ‘Non conosco la dottoressa Carlucci e nonostante sia la coordinatrice del comitato, non mi è stata mai data la possibilità di andare sul campo, fattivamente. Come mai? Bisognerebbe chiederlo al Ministro Martina’.
‘Vuoi vedere – chiosa Nadia Toffa – che la Procura ha ragione quando scrive che da Ministero compiono solo attività di facciata?’.