Lecce 2019, da Bari a Lecce per respirare aria d’Europa


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Sono arrivati in mattinata da Bari gli allievi del corso di formazione professionale per "Addetto all’accoglienza nei servizi di alloggio e ristorazione” organizzato dall’ente di formazione Ges.For nell’ambito del POR PUGLIA 2007/2013, Asse II “Occupabilità”, Avviso BA/13/2012 az. 1 A , approvato con D.D. 4261 del 31/05/2012 e pubblicato sul BURP N°81 del 13/06/2013.

Mete del loro viaggio di studio dapprima la città di Lecce e nei prossimi giorni la città di Matera, due delle location più accreditate a diventare Capitale europea della Cultura per il 2019. Inutile negarlo, il fermento creato dalla candidatura, in materia di promozione del territorio, ha fatto sentire la sua eco anche fuori dai confini salentini e di questa grande possibilità se ne parla anche oltre provincia. Al punto che chi si forma per diventare operatore turistico considera Lecce proprio un caso di studio da prendere in considerazione e conoscere, poiché obiettivamente non è da tutti inventarsi un percorso di sviluppo così articolato che alla fine ha coinvolto un intero territorio.

Insomma non solo a Lecce non si parla d’altro che della possibilità di diventare capitale europea della Cultura, ma evidentemente anche altrove, anche in altri luoghi in cui si vorrebbe vivere l’entusiasmo aggregativo e di partecipazione che il capoluogo salentino ha vissuto in questi mesi in cui sono proliferate numerose iniziative.
«La candidatura è stata un grande momento di coinvolgimento sociale – ha detto l’assessore Delli Noci – ma il bello deve ancora venire. Se Lecce dovesse spuntarla si aprirebbero da qui al 2019 e dal 2019 in poi praterie di opportunità e di possibilità che non vedremmo l’ora di poter cogliere”.

A partecipare all’incontro anche Alfredo Foresta, inventore dello spazio di Casa Eutopia. I corsisti la settimana prossima visiteranno anche Matera per mettere a confronto le due candidature e comprendere da vicino gli stimoli turistici che la cultura è in grado di dare, a dimostrazione – al contrario di quanto pensava qualcuno nel recente passato – che anche con la cultura si può mangiare e soprattutto vivere dignitosamente.