A pochi giorni dal Natale, la città di Lecce si risveglia con una piacevolissima sorpresa. Stamane, di buon’ora, infatti, nel cuore del capoluogo barocco c’era qualcosa di diverso, di ancora custodito dietro le impalcature, ma che non è sfuggito per nulla ai leccesi di passaggio. Stiamo parlando del grande orologio che sorveglia Piazza Sant’Oronzo posto nei pressi dell’ingresso dell’ex Banca Commerciale, attualmente San Paolo-Banco di Napoli. Un vero e proprio monumento della città, amato e odiato da tutti. Tutti vogliono bene all’imponente orologio, capace di essere presente nei ricordi di infanzia di molti, ma negli ultimi anni è diventato come un pugno nello stomaco, un cimelio arrugginito e dimenticato, messo lì, al centro di una piazza mozzafiato.
Sbiadito, appesantito, grigio e tetro. Certamente non un bel ‘ringraziamento’ ad uno dei monumenti tra i più rappresentativi della centralissima Lecce. Eppure era sorto con le migliori intenzioni, con una inaugurazione in pompa magna. Fu commissionato, infatti, dallo stesso Banco di Napoli nel 1955, inaugurato il 6 agosto in occasione dell’apertura dello stesso istituto di credito, alla presenza dell’allora sindaco Oreste Massari. A realizzarlo fu l’artista leccese Francesco Barbieri che decise di decorarlo in bronzo e smalto: proprio per questo fu soprannominato ‘l’orologio delle meraviglie’.
A prima vista lasciò tutti senza parole: il suo quadrante, per molti il più grande e caratteristico del mondo per gli anni ‘50, e raffigura la scena dell’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria, madre di Gesù; sopra predomina lo stendardo della gloriosa Terra d’Otranto, mentre lateralmente, insieme all’Orsa Maggiore e la Stella Polare, sono presenti i dodici segni zodiacali, tutti rappresentati in chiave femminile, con in mano rami di olivo e di melograni. Un’opera bellissima, divenuta ben presto una rovina. Dai suoi rintocchi che scandivano le giornate dei professionisti leccesi, si passò nel giro di qualche anno ad un triste orologio scolorito, con il suo tipico colore azzurro capace solo di imbrattare il muro che lo sostiene. Tanti sono stati negli anni gli appelli volti al recupero dell’opera, qualcuno ha anche avanzato l’idea di rimuoverlo del tutto, tanto a cosa potrà mai servire?
Lui però è sempre rimasto lì e, nel bene e nel male, ha vissuto mezzo secolo di storia leccese, accanto alla Piazza e con di fronte l’imponente colonna di Sant’Oronzo. Questa mattina, però, la gradita novità: non è sfuggito a nessuno, infatti, che attorno al maestoso orologio è stata montata una impalcatura e che, dopo alcune ore di attente cure, i maestri restauratori sono riusciti a farlo tornare all’antico splendore.
Non è dato sapere, ancora, se le sue lancette torneranno a scoccare: magari sarà un bel regalo di fine anno, pensato anche per l’occasione della grande festa della notte di San Silvestro. Potrebbe essere lui, quindi, a dare il benvenuto al 2016 a tutti i salentini che si ritroveranno in Piazza, diventando una sorta di Big Ben tutto leccese. Di certo per adesso c’è che è tornato a splendere, in tutti i suoi maestosi colori, uno degli orologi più belli di tutto il Salento.