L’editoriale 1. Movida sì, ma nel rispetto delle regole


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Molto rumore per nulla? Beh, non siamo sicuri che si tratti proprio di nulla, di certo il rumore non manca.
Quel rumore che non piace a tutti, frutto di quella spasmodica necessità di divertimento che non sempre, qualche volta sì, ma non sempre, è rispettosa del diritto al silenzio, il diritto di chi preferisce dormire, riposare o evitare comunque il frastuono.

Gerard Depardieu non è l’unico esemplare della specie, sono in tanti quelli che vorrebbero esercitare un diritto uguale e contrario a quello della cosiddetta Movida. Sono tanti quelli che la notte scelgono di dormire, magari perché hanno lavorato tutto il giorno e sono stanchi,  e magari perché il giorno dopo devono alzarsi presto e andare a lavorare.

Diversamente, è verosimile ritenere che chi si attarda oltre un certo orario di notte, non abbia il vincolo di una sveglia a prima ora.

E allora, dopo aver dato addosso allo straniero, reo di aver manomesso l’abituale e consolidata “etologia” di molti giovani, a qualcuno verrebbe adesso la voglia di ringraziarlo. Si, perché ha posto un problema, anzi lo ha riproposto, con tanto di enfasi mediatica che forse ad altri avrebbe fatto difetto, mentre Depardieu, ospite della città di Lecce, a Natale, fa notizia.

Ma il caso non è nuovo, anzi è piuttosto vecchio, e ha già creato imbarazzo e disordine mediatico, come per la vicenda di Gallipoli durante l’estate scorsa.
Tutti ricordiamo i vertici istituzionali di Prefettura e forze dell’Ordine per tentare, tardivamente, di dare dignità ad un territorio assurto ai disonori della cronaca per i livelli chiassosi e privi di regole del divertimentificio notturno.

Allora c’è il problema. Certo che c’è. E se ne esce in due modi: o suggerendo a chi abita in zona calda di cambiare residenza e di andarsene via, oppure fissando regole precise  a vantaggio di tutti. Ma regole da rispettare.

Abbiamo lavorato tutti quanti e lavoriamo ancora per far diventare Lecce una capitale del turismo, e c’è da essere soddisfatti se Lecce è diventato un centro attrattivo di statura internazionale.
Ma per essere capitale, bisogna esserlo anche a livello di civiltà. Il diritto al divertimento non deve mai superare o coprire il diritto alla tranquillità.

In alcune città turistiche di importanza planetaria c’è addirittura il divieto di suonare il clacson in centro, vedi Firenze, ma non per questo Firenze non è una roccaforte del passeggio, della Movida serale o del divertimento.

Se il centro storico di Lecce deve diventare a tutti i costi una discoteca all’aperto, o un palcoscenico di eventi di spettacolo per tutto il giorno e la notte, nell’arco d tutto l’anno, allora è inverosimile pensare di andarci ad abitare, perché famiglie con bambini o persone più anziane hanno bisogno della pace della loro abitazione, senza per questo doversi vergognare di essere, per così dire un po’ più “ritirati”.

La città può essere viva anche senza chiasso, musica e schiamazzi notturni, almeno fino a una certa ora. L’ora ragionevole del vivere insieme, dove le mie esigenze non sempre coincidono con quelle del mio vicino. Ma non per questo le une sono più sacrosante delle altre.