La madre è in ospedale, in gravi condizioni, ma per via del Covid le visite sono concesse a un famigliare soltanto, sempre lo stesso. Così da impossibilitare l’ingresso alle altre figlie, e da creare problemi quando l’unica autorizzata non può recarsi in reparto. Loredana, lettrice di Leccenews24, affida a una lettera indirizzata alla Asl di Lecce, nella persona del direttore generale Rodolfo Rollo, la denuncia sulle condizioni che, da tempo, aggravano la gestione della malattia della madre. Un tumore, la setticemia, la demenza senile e il Parkinson. La degenza all’ospedale di Copertino, presso cui Loredana – unica delle tre figlie a poterla vedere – si deve recare ogni giorno, partendo da Lecce. Ma la situazione è problematica, specie quando è impossibilitata a far visita alla madre.
“Non dico che in questo periodo di pandemia non si debbano seguire delle disposizioni per evitare assembramenti, contagi e quant’altro, ma a volte alcune regole vanno rivisitate, perché prive di senso”, scrive nella missiva in cui contesta, in special modo, la ratio che consente a medici e infermieri di operare in reparto, uscire e rientrare dopo essere stati a contatto con amici e parenti, vietandolo invece ai famigliari dei malati.
“Che senso ha – scrive – limitare e dare dei problemi alle famiglie dei pazienti che già vivono un calvario? Non potete vietarci di vedere una mamma, noi non sappiamo se da un momento o l’altro lei non ce la farà, e non si dispiaccia mio caro direttore, finché mia madre avrà un filo di respiro noi le saremo a fianco”.
A preoccupare Loredana è il quadro clinico della madre, che a causa delle patologie spesso non riconosce neppure l’interlocutore. “Ma quando sente le nostre voci – scrive alla Asl – quando sente chiamarsi mamma, lei sa chi siamo, e per lei una carezza varrà sicuramente molto più delle cure che le fanno”.
L’ultima visita ha poi rivelato ulteriori problematiche che l’hanno spinta a rivolgersi ai vertici della azienda sanitaria, sperando in un cambiamento delle disposizioni che possa aiutarla a gestire con serenità la degenza.
“Quando ero lì – racconta – nessuno è entrato nella stanza per vedere perché mia madre gridava, nessuno. Abbandonata in una stanza da sola. Mia madre non parla non si muove, non può suonare il campanello, piange e si lamenta per i dolori. Allora un po’ di umanità. Rivedere una regola non vuol dire fare entrare tutti i parenti e amici, ma se come nel nostro caso non sempre la stessa persona può andare a visitare e parlare con i dottori, dovete permettere ad altri della famiglia di farlo. Siamo state trattate in malo modo, ci è stato vietato di entrare in ospedale perché senza permesso. Ma non dovevamo andare ad una festa in discoteca – è lo sfogo di Loredana – dovevamo far visita ad una mamma in gravi condizioni. Per questo vi chiedo di adeguare le regole di caso in caso, perché non si può giocare con i sentimenti e il dolore della gente”.