Il Salento piange per la scomparsa di Vincenzo Cerundolo, luminare dell’oncologia


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Aveva lasciato il Salento, a cui è rimasto sempre legato, per volare ad Oxford per perfezionare gli studi e lì aveva trovato casa fino a ricoprire il ruolo di direttore del Medical Research Council (MRC) Human Immunology Unit, uno dei principali centri di ricerca al mondo. Nella città inglese si è spento il professor Vincenzo Cerundolo, oncologo leccese considerato un luminare.

Stroncato da un adenocarcinoma polmonare non dipendente da fumo. Un cancro, proprio il mostro che aveva provato a combattere con la conoscenza, se l’è portato via a soli 60 anni lasciando la comunità scientifica senza uno dei ricercatori più apprezzati e il Salento senza uno dei suoi più figli più illustri. Se il suo spessore professionale era noto, tanto che era considerato una punta di diamante nel campo oncologico, altrettanto ammirato e stimato era il suo lato umano.

Cerundolo era riuscito a conquistarsi la stima di molti suoi colleghi inglesi. Alcuni, venuti a conoscenza della diagnosi, hanno subito creato una associazione per raccogliere i fondi necessari per continuare la sua battaglia contro i tumori: «Era una stella scientifica per le sue scoperte ma è anche un essere umano fantastico» avevano raccontato pochi mesi fa.

Nel 2018,  Cerundolo era diventato Fellow della Royal Society, distinguendosi proprio per il suo lavoro sulle cellule tumorali. Un riconoscimento prestigioso, quello dell’associazione nata nel 1660 e che vanta fra i membri Charles Darwin e Albert Einstein, assegnato ogni anno a quanti hanno dato “un contributo sostanziale al miglioramento della conoscenza della natura, incluse matematica, ingegneria e medicina”.

La salma del professore Cerundolo rimarrà per sempre ad Oxford dove c’è la sua famiglia: la moglie e i due figli di cui era molto orgoglioso. Mancherà, ma resta una imponente mole di lavoro che la comunità scientifica potrà utilizzare nell’immane lotta contro i tumori.