Levata di scudi da parte di alcuni animalisti a Salice Salentino dove – stando a quando dichiarato – l’Amministrazione avrebbe disposto il trasferimento di trenta cani anziani dal canile comunale a uno privato: la destinazione, tuttavia, non è stata ancora resa nota. Una soluzione questa che, secondo i volontari che operano nel rifugio degli animali, significherebbe solo una certa condanna a morte.
La denuncia è partita nelle scorse ore da un’operatrice del canile di Salice lanciata al Comitato Consultivo Difesa Animali: ‘in venti ' anni che sono nel canile di Salice – si legge nella nota – quello che sta succedendo in questi mesi è per me la più grande crudeltà fatta nei confronti di trenta cani anziani dai 10- 15 anni che per ordine della ASL di Lecce e del Comune di Salice Salentino verranno trasferiti, anzi condannati a morte, da un canile sanitario in uno privato’.
La donna spiega che la sua associazione, “San Francesco Amici degli Animali”, opera nei canili di Salice da anni, al completo servizio degli amici a quattro zampe. ‘Ma per l’ASL – lamenta ancora – certe leggi da rispettare non esistono. Abbiamo 26 celle e per noi è difficile collocare un cane insieme ad altri, ma il Comune di Salice Salentno, con la sua invisibilità e indifferenza nonostante tanti appelli per migliorare la situazione nel nostro canile, latita. Nessuno e mai venuto a vedere realmente e da vicino la situazione di degrado delle celle e della struttura. Ma nonostante questo i cani presenti vengono sempre curati e assistiti giornalmente da un veterinario privato, pagato dalla associazione “Euro 2000” .
Tanta passione, dunque, da parte dei volontari, ma ogni appello sarebbe caduto nel vuoto. ‘Sarebbe stato più che utile l’utilizzo di altre gabbie per poter spostare i cani chiusi nelle doppie celle, ma l'ASL ha chiesto il trasferimento di trenta cani da un canile sanitario a uno privato. A oggi nel canile ci sono 107 cani, molti anziani. Il trasferimento di trenata esemplari significherebbe la loro condanna a morte’.
All’accorato appello, quindi, ha fatto seguito una lettera indirizzata al Sindaco Giuseppe Tondo. Il Comitato Consultivo per la Difesa degli Animali quindi scrive: ‘ci siamo informati prima di scrivere e con questo messaggio anche noi diciamo No all'ordinanza che prevede il trasferimento dei cani in sovrannumero ospitati e chiediamo la ristrutturazione della struttura stessa come da voi precedentemente deciso. Ai cani di questo canile, l'Associazione garantisce una possibilità di vita dignitosa e garantisce pure la possibilità di una adozione in famiglia attraverso adozioni serie e controllate operando attraverso una rete di collaborazione che si estende sino all'estremo nord Italia.
I cani ospitati in questo canile se devono lasciarlo, lo faranno perché adottati e non deportati in strutture private per non uscirne più non solo, cani anziani come questi subirebbero lo stresso di uno spostamento morendo subito o subito dopo per malattie derivanti dallo scombussolamento di un cambiamento.
E’ una vergogna Signor Sindaco – prosegue la lettera – che si cerchi di tutelare il privato dimenticando che i cani sono esseri senzienti e che il maltrattamento viene punito dalla legge che politici, come lei, hanno fatto e che lei dovrebbe conoscere per primo. Inoltre, in base alla normativa vigente nella regione Puglia, “i cani non possono essere spostati in strutture al di fuori del comprensorio ASL di riferimento e, chiaramente, nemmeno in strutture del medesimo comprensorio a propria volta inadeguate e/o sovraffollate o private – grandi numeri di animali non possono essere affidati dai comuni ad altre strutture fuori dall’assegnazione del bando di gara, seppur ritenute idonee, senza ulteriore gara di appalto e in ogni caso, convenzioni senza gara possono essere stipulate solo in caso di situazioni imprevedibili di emergenza”. Detto questo chiediamo che i cani rimangano dove sono, visto il numero adeguato di cani che andrà sicuramente in diminuzione, vista la richiesta di adozioni, e di controllare i canili del territorio affinché abbiano i requisiti, a livello legislativo’.