Anche a seguito dei numerosi ricorsi giurisdizionale introdotti innanzi al Tar Puglia con richiesta di provvedimento cautelare urgente avverso l’Ordinanza del Governatore della Puglia n. 407 del 27 ottobre 2020, con nota del 5 novembre il Presidente Emiliano ha comunicato all’Ufficio Scolastico Regionale che è sua intenzione adottare una nuova Ordinanza, in via di pubblicazione, che entrerà in vigore lunedì 9 novembre.
“È evidente – rileva l’avvocato Pietro Quinto autore di un ricorso nell’interesse di numerosi genitori avverso il provvedimento di chiusura delle scuole del primo ciclo con l’imposizione della didattica a distanza – che la preannunziata nuova ordinanza si atteggia come un atto dovuto. Ciò perché il precedente provvedimento era stato emanato anteriormente al nuovo Dpcm, che ha fornito una disciplina organica per tutte le regioni, prevedendo una classificazione delle stesse nelle tre fasce individuate in relazione all’andamento della curva epidemiologica. In tutte e tre le fasce – come denunciato nel ricorso giurisdizionale – è stata prevista la didattica in presenza anche nelle scuole elementari e medie inferiori. Sicchè – come è stato rilevato nella impugnativa dell’Ordinanza – la stessa appare incongrua e comunque in contrasto con un atto amministrativo di portata generale e di rilevanza superiore”
Il legale leccese rileva, altresì che non può il Governatore della Puglia invocare la previsione contenuta nel Decreto del Presidente del Consiglio che farebbe salve misure più rigorose, considerato che il riferimento è alle misure dello stesso DPCM, con la conseguenza che, non essendo previsto dal DPCM il blocco della didattica in presenza né in via generale né con riferimento alle varie zone, non può il Governatore della Puglia applicare una misura più restrittiva che contrasta con il DPCM.
“Insomma in ogni caso – conclude l’avv. Quinto – per il ripristino della legalità e per evitare atteggiamenti censurabili sotto il profilo dell’eccesso di potere il Presidente della Regione ha il dovere di modificare l’ordinanza del 27 ottobre in modo coerente con la disciplina statale ed in tal senso si auspica che la nuova ordinanza rettifichi il precedente provvedimento. È di tutta evidenza che se ciò non avvenisse anche la nuova Ordinanza sarebbe oggetto di ulteriori ricorsi giurisdizionali a tutela dei fondamentali interessi degli alunni e delle loro famiglie”.