Olimpia non è mai stata Lorenzo, ma la sua vita è cambiata da quando una sentenza storica le ha permesso di essere una donna, di essere una ragazza come tante. Il Tribunale di Frosinone, infatti, le ha permesso di rettificare i dati anagrafici senza l’intervento di riattribuzione chirurgica del sesso, come avveniva in passato.
Una battaglia non scontata, ma importantissima quella vinta dalla transgender insieme alla sua coraggiosa mamma, Mariella Fanfarillo, ma la strada da percorrere per arrivare ad una società che non nota le differenze è ancora tanta, tantissima come dimostra quanto accaduto nei giorni scorsi alla giovane di Alatri chiamata per partecipare ad un casting e poi esclusa perché le partecipanti devono essere di sesso femminile dalla nascita.
Scelta e poi esclusa
A raccontare l’accaduto è il sito www.gaynews.it. Tutto nasce quasi per caso, quando Olimpia ha ricevuto un messaggio sui social in cui le veniva comunicato che era stata scelta per un concorso di bellezza per aspiranti modelle e fotomodelle. Olimpia non ha chiesto di partecipare, è stata invitata a farlo dagli organizzatori, gli stessi che poi le avrebbero sbattuto la porta in faccia perché – da regolamento – le candidate devono essere di sesso femminile dalla nascita. “La presenza di una donna trans potrebbe creare risentimento e preoccupazione nei genitori delle altre partecipanti”, si legge sul sito che, a ragione, parla di una vera e propria discriminazione che ha mortificato e umiliato la ragazza.
La ‘rabbia’ di Agedo Lecce
A stretto giro è arrivata la risposta di Agedo Lecce che ha ospitato spesso Olimpia e la sua mamma. L’associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT, non ha dubbi nel condannare l’accaduto e la decisione dell’agenzia che dopo aver selezionato Olimpia, ha rifiutato di ammetterla al concorso.
«Oltre ad aver rivelato cinico opportunismo e scarsa fiducia nelle proprie decisioni affidate a ventilati umori e timori di dissenso degli altri genitori – si legge in una nota a firma di Gianfranca Saracino, Presidente di Agedo Lecce – l’agenzia ha manifestato un comportamento platealmente e profondamente discriminatorio, essendo l’identità femminile di Olimpia stata riconosciuta anche dalla legge».
Per questo, secondo l’associazione, l’agenzia dovrebbe per prima cosa scusarsi con la ragazza e la sua famiglia e poi ‘rivedere’ il regolamento e riammettere Olimpia al concorso.
«Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Olimpia e alla sua famiglia, in particolare alla mamma – socia della nostra associazione – alla quale siamo vicini con tutto il nostro affetto di genitori che si vedono costretti ancora a lottare nel 2019 per vedere affermati elementari principi democratici di rispetto della dignità delle proprie figlie e dei propri figli» conclude GianFranca Saracino