Dalla giornata di lunedì, a Nardò, è vietato il lavoro nei campi su tutto il territorio comunale nella fascia oraria compresa tra le ore 12:30 e le 16. Lo stabilisce l’ordinanza n. 320 con la quale il sindaco Pippi Mellone rinnova un provvedimento applicato negli anni scorsi a tutela dei braccianti agricoli.
La novità di quest’anno è la connessione del provvedimento con il progetto Worklimate di Inail e Cnr, che rende disponibile sul sito web le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione occupazionale al caldo. Di conseguenza, il divieto vale nei giorni in cui la mappa del rischio indicata e riferita a “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” (ore 12), indichi un livello di rischio “alto” per il territorio di Nardò.
Il divieto, di tre ore e mezza, non pregiudica la normale giornata lavorativa per braccianti e aziende, viste le tante ore di luce naturale dei mesi estivi. Non a caso, già a partire dal 2016, quando per la prima volta la decisione del sindaco Mellone prese corpo in un’ordinanza, il provvedimento è risultato pienamente legittimo dal punto di vista giuridico, uscendo indenne dai vari ricorsi delle imprese agricole e diventando un modello anche per altre realtà critiche sul fronte dell’impiego dei braccianti in agricoltura.
Il mancato adempimento dell’obbligo è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria di 500 euro. Gli effetti dell’ordinanza cesseranno il 31 agosto.
“Il caldo di questi giorni, semmai ce ne fosse bisogno, dimostra quanto sia importante un provvedimento come questo – ha dichiarato Mellone – che rivendichiamo con orgoglio. Provvedimento, è bene ricordarlo, che non tutela i soli lavoratori migranti, come qualcuno vuole far credere, ma tutti i lavoratori dei campi, indipendentemente dal colore della loro pelle. In questi anni abbiamo tutelato concretamente la salute e la vita dei braccianti, vietando l’impiego nelle ore più calde della giornata e scongiurando quella che è una forma di sfruttamento. Quest’anno c’è una novità, perché l’operatività dell’ordinanza è legata alle rilevazioni quotidiane del sito messo a punto da Inail e Cnr, che costituisce un parametro oggettivo per applicare il divieto. Un altro tassello di quel totem sull’agricoltura etica su cui lavoriamo sin dal 2016”.