Preoccupazione e mobilitazione a Galatina per il futuro del punto nascita dell’ospedale “Santa Caterina Novella“. La decisione della Regione Puglia di chiudere il reparto, convocando un incontro per il 19 luglio con i sindaci del comprensorio, ha acceso la protesta di sindacati, cittadini e politici locali.
Tagli invece di investimenti
Il segretario generale della Cgil Lecce, Tommaso Moscara, e il segretario provinciale della Fp Cgil Lecce, Floriano Polimeno, denunciano la mancanza di investimenti per potenziare l’ospedale e la scelta di penalizzare i pazienti e il territorio con la chiusura del punto nascita. Lamentano la carenza di personale medico come motivazione, ma propongono di investire per assumere medici e ostetriche invece di chiudere il servizio.
Un presidio ospedaliero strategico
L’ospedale di Galatina attende da anni interventi di potenziamento, ma si ritrova invece depotenziato. I numeri evidenziano l’importanza strategica del nosocomio: nel 2023 ha registrato 602 parti (secondo solo al Fazzi di Lecce) e il reparto di Ostetrica e Ginecologia offre un servizio unico in provincia (e forse in regione) di partoanalgesia per ridurre il dolore alle partorienti.

Manca una visione per il futuro
La comunità di Galatina chiede di scrivere un chiaro progetto sul futuro del “Santa Caterina Novella”. Non si può più assistere passivamente a chiusure, accorpamenti e trasferimenti di reparti senza una visione complessiva e un’idea di rimodulazione dell’ospedale. I cittadini chiedono di migliorare la sanità, di salvaguardare il diritto alla salute e di mettere fine alle passerelle mediatiche a favore di un vero impegno per il benessere dei cittadini galatinesi e salentini.