Figaro su, Figaro giù…la terra del ragno. Dalla terra dei cachi alla terra del rimorso il passo non è breve, ma rocambolesco! A quasi 60 anni dal celebre saggio di De Martino sul Tarantismo, nel 1959, si rinnova questa danza rituale inserendola in una interpretazione arricchita, se mai ce ne fosse bisogno, del “Barbiere di Siviglia” di Giovanni Paisiello e Gioacchino Rossini.
Il 3 agosto nel Fossato del Castello di Otranto, la replica, la prima già andata in scena a Martina Franca, dello spettacolo “Figaro su, Figaro giù…! Rossini e il Barbiere”: tutta un’altra storia”, che ha unito per la prima volta tre istituzioni culturali e musicali pugliesi: la Fondazione “La Notte della Taranta”, la Fondazione “Carnevale di Putignano”, il Festival della Valle d’Itria ed Elio, che interpreta un ragno, autore del morso all’indirizzo di Bartolo, iniziatore della trama che si snoda in un paese del Sud Italia.
Una delle opere più celebri, le arie famose che facilmente sentiamo canticchiare, vengono mescolate a interpretazioni più facili per il «coinvolgimento del maggior numero di persone possibile anche quanti non sono abituali frequentatori della lirica», come ha sottolineato il regista Gianmaria Aliverti.
Dal tarantismo alla tarantella, dalla indagine antropologica all’intrattenimento ormai di massa, sotto il nume tutelare di Rossini, autore della celebre “Danza” per orchestra che è stata inserita all’inizio del secondo atto, metamorfosi successiva in pizzica affidata ad un dinamico corpo di ballo. “LaTarantèlla! Tutti la conoscono; è una danza vulcanica come le emozioni che esprime; è la storia d’una passione meridionale in ogni età, in ogni sua fase. Ogni gesto è un’idea, ogni posizione un sentimento (…)” scriveva Charles Didier nel 1845. Un ballo senza tempo, senza una precisa collocazione storica: un pezzo fondamentale della cultura meridionale, non esclusivamente salentina, delle sue tradizioni e dei suoi corpi sempre in tumulto. Fuori dalle logiche con cui si guarda ad uno spettacolo operistico, lo spettacolo è stato innovativo e gradevole sia per i testi ideati da Francesco Micheli, che per il progetto scenico di Benito Leonori, i costumi di Sara Marcucci e Francesco Bondì. Uno dei punti di forza la scenografia ricca e sontuosa, per l’inserimento delle statue del Carnevale di Putignano.
L’ Orchestra Ico “Magna Grecia” di Taranto, è stata diretta da Giuseppe Grazioli, che in questa occasione si è unita alla Orchestra Popolare “La Notte della Taranta” con la consulenza musicale di Daniele Durante. Esemplare il Corpo di ballo de “La Notte della Taranta” con i solisti Laura Boccadamo, Carla Del Giudice, Fabrizio Nigro e Nicola Simonetti.
Nel cast di cantanti pur “microfonati” si è distinta la Rosina di Maria Aleida, il soprano americano” Baritono dal non grande volume, Daniele Terenzi è stato un efficace Figaro “dividendosi” con il suo alter ego Elio. Bravissimo il basso Peter Kellner. Il baritono Marco Filippo Romano ha interpretato efficacemente il Bartolo burbero, avido e scaltro reso in tutte le sue sfaccettature cimentato senza sfigurare nel ballo della pizzica con tanto di tamburello. David Ferri Durà bravo Conte d’Almaviva e Peter Kellner in Don Basilio. Proveniente dall’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” di Martina Franca la Berta di Hannah Fraser. Divertente la prestazione di Ambrogio, detto “lo svegliato” Davide Gasparro. Alla fine grandi applausi per tutti i protagonisti.
Per dirla con Elio «Recito, mordo, pizzico (da brava Tarantola), canto anche talvolta, insomma… Figaro su, Figaro giù!».