
Dopo la tragedia della xylella che ha provocato la morte del 90% degli ulivi, in provincia di Lecce la grande emergenza è diventata il paesaggio con campagne assolate e talvolta insalubri.
Ebbene sì, i turisti arrivavano in Salento anche per le sue sconfinate campagne, per soggiornare negli agriturismi immersi nel verde di secolari uliveti. Accanto al mare c’era la campagna. Una volta, oggi non più dopo il dramma della xylella. Oggi la storia è cambiata e quelle rigogliose campagne ombreggiate non ci sono più. L’idea della desertificazione si è fatta concreta, non più un’ipotesi ma una realtà dal forte impatto sociale ed economico.
La costruzione del paesaggio diventa una necessità, un’urgenza. Le piante seccate non solo non offrono più ombra né riparo, ma non regalano l’ossigeno fondamentale per la vita di tutti.
Un tempo lontano, quando si decise di eliminare le foreste e i boschi per piantare ulivi, la scelta si rivelò felice perché innescò una scintilla di creatività industriale a livello agricolo, attivando meccanismi virtuosi di produzione di qualità nei secoli a venire.
La monocoltura ha escluso di fatto la possibilità di avere alternative valide e così l’arrivo della xylella ha mandato a carte quarantotto l’intero ecosistema provinciale.
Ecco perché adesso servono gli alberi, serve l’ombra, serve l’aria, ma servono soprattutto piante alternative e alberi di diversa varietà. Oggi, stamattina, subito.