In questi giorni, l’asticella della colonnina di mercurio ha continuato a salire, sempre di più, fino a sfiorare i 40 gradi. Caronte, il vento caldo proveniente dall’Africa, ci ha realmente ‘traghettati’ nell’inferno, anche se solo dal punto di vista metereologico. L’Afa e il caldo torrido non hanno risparmiato neppure le città di mare, come Gallipoli particolarmente ‘affollata’ in questa terza domenica di luglio, anche in occasione dei festeggiamenti in onore della patrona, Santa Cristina che andranno in scena tra qualche giorno. Residenti e turisti hanno letteralmente preso d’assalto la perla dello Jonio: c’è chi ha scelto i locali più alla moda, chi ha optato per lunghe passeggiate, chi ha cercato di trovare un rimedio alla calura godendosi un po’ di ‘venticello’ seduti sulle panchine della piazzetta del Canneto, davanti alle acque del porticciolo, fra le due chiese aperte alla devozione.
Per tutta la serata, gli occhi attenti della gente rimasta in piedi hanno scrutato con attenzione quei sedili nella speranza di cogliere il momento propizio in cui si liberavano per potersi finalmente sedere e sventagliarsi. Un paio di panchine, però, restavano inspiegabilmente «vuote».
Il motivo? Preso detto grazie all’associazione Salute Salento: qualche imbecille avava provveduto a spalmare sulle doghe di legno pennellate di colla trasparente. Lo scherzo – che non brilla certo per originalità – è riuscito eccome. Pare, infatti, che almeno una decina di persona siano incappate nella bravata. Più di un malcapitato è stato notato mentre continuava a guardarsi sul retro dei pantaloni o la gonna della moglie sporchi di colla. «Spero che vada via con il detersivo» confidava il poveretto mentre qualcuno suggeriva l’uso di acqua ragia o termentina.
Il tutto è andato avanti almeno fino a quando qualche ‘buonuomo’ ha deciso di tagliare la testa al toro e di avvisare le potenziali ‘vittime’. Su un biglietto, infatti, capeggiava la scritta «Non vi sedete. Hanno sparso la colla». E non c’è stato neppure bisogno di fissarlo… è bastata la colla del “genio di turno”.