«Sono venuti a prendermi da lontano, vengo dalla fine del mondo…». 12 mesi dopo non esiste angolo della terra che non conosca Papa Francesco. Eppure quando dalla loggia di Piazza San Pietro venne annunciato che Jorge Maria Bergoglio sarebbe stato il 265esimo successore di Pietro la folla presente e i giornalisti accreditati da tutto il mondo, per un attimo, sono rimasti ammutoliti dinanzi a quella scelta quasi «inaspettata». Fino a quel momento, infatti, i nomi circolati dei cosiddetti «papabili» erano stati ben altri. Chi era quell’uomo semplice come il nome che aveva scelto per il suo pontificato, un nome di fronte al quale anche il più ostinato agnostico dovrebbe inchinarsi? Poi ha iniziato a parlare, rompendo quel silenzio quasi surreale che era calato sulla piazza: «Fratelli e sorelle, buonasera!». Un
Papa che si presenta alla gente, timido e umile, dicendo «buonasera»? Non era mai successo. Da allora, dal giorno della sua elezione, è stato un susseguirsi di «non era mai successo», di gesti unici ed eccezionali che meravigliano ed entusiasmano come se fosse ogni volta la prima volta. Telefona alle persone, chiamate che resteranno nella storia e che danno la misura della persona che è salita al soglio pontificio, un uomo che fatica a prendere dimestichezza con l’altissimo ruolo che riveste, paga il conto dell’albergo che lo ha ospitato nei giorni del conclave, si intrattiene a parlare con i fedeli, firma il gesso di una bambina con una gamba fratturata, addirittura non si sottrae alle richieste di alcuni giovani di farsi immortalare con gli smartphone in un selfie unico nella Chiesa. Sono solo alcuni esempi che raccontano un'altra faccia della "religione", quella che soffia come una ventata di novità, grazie ad un Papa che ha rinunciato ad ogni sontuosità, che usa linguaggio colloquiale, che ha l'abitudine a parlare con chiunque, che si presenta in modo semplice. Oggi il suo nome è tra i "papabili" questa volta in corsa per vincere il premio Nobel per la Pace. Certo, la lista è lunga. E anche se, stando ad indiscrezioni circolate, tra i 278 candidati compaiono anche Edward Snowden e Vladimir Putin, la sua presenza è un chiaro segnale della forza eccezionale con la quale in soli 12 mesi, Papa Bergoglio sia riuscito a segnare un cambio di passo storico nel lento cammino della Chiesa Cattolica.
Qualunque azione diventa immediatamente una notizia di rilievo globale se a compierla è il Pontefice della gente. Da quel semplice «buonasera» che commosse il mondo è passato un anno. 12 mesi di gesti forse "rivoluzionari". È fracescomania? Sicuramente. Passerà? Forse. Resterà comunque impressa a tutti la lezione di umiltà, semplicità, eccezionalità ribadita anche nell’ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera «Il Papa è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti. Una persona normale». Forse per questo sorprenderà. E poi non dimentichiamoci che Papa Francesco doveva colmare quel senso di paura e smarrimento che aveva invaso la Chiesa dopo le dimissioni, lungamente meditate e minuziosamente progettate dall’ex custode della dottrina della fede, Benedetto XVI. Con lui è un po' come essere passati dall'inverno (dopo il vuoto lasciato da Giovanni Paolo II e con gli ultimi anni segnati dalla stanchezza di Joseph Ratzinger) alla primavera.