Via col vento. E con un nuovo Parco Eolico.
Nel cuore del Salento e della Grecìa Salentina, a ridosso dei centri abitati di Martano e Carpignano, poco distante da Borgagne e Calimera, sorge l’area individuata per il progetto della Tozzi Green S.p.A di Ravenna che prevede di realizzare un nuovo parco eolico di 17,75 MW, corrispondenti ad una decina di gigantesche pale piantate nelle campagne, accanto agli olivi secolari.
Per dire NO a quest’opera – inopportuna per tanti motivi – è scesa in campo, accanto ad un’Amministrazione Comunale da sempre attiva e attenta alle problematiche ambientali, la classe imprenditoriale di Martano e Carpignano
Coinvolgere la comunità e i politici è stato il passo successivo e così, in breve tempo, la “chiamata alle armi” è diventata virale e a sostegno degli imprenditori si sono schierate anche associazioni culturali, pro loco, ecclesiastici e tanta gente comune.
Formalmente il parco eolico produrrà “energia pulita”; di fatto, per la comunità intera, è l’ennesimo colpo inferto a questo territorio. Un nuovo, duro attacco a quell’unica sua vera ricchezza: il paesaggio.
“Pazza idea”
Non è solo il titolo del brano portato al successo da Patty Pravo nel 1973, ma la definizione che in molti hanno dato a questo progetto della Tozzi Green S.p.A di Ravenna.
Domani sabato 27 gennaio, in piazza Caduti a Martano, alle 18.30 si parlerà di questa “pazza idea”; è, infatti, in programma un incontro tra le attività produttive e commerciali, le associazioni, i rappresentanti politici e i cittadini per discutere sulle azioni da intraprendere contro il progetto del Parco Eolico della Tozzi S.p.A.. Obiettivo, creare una task-force che sappia intraprendere le opportune azioni legali a difesa e nell’interesse di un’intera comunità.
Già durante l’incontro-dibattito, tenutosi alcuni giorni fa nella sala consiliare del Comune di Martano e concordato dall’Amministrazione del sindaco Fabio Tarantino e dagli imprenditori locali, alla presenza di amministratori comunali, dei gruppi di opposizione e di tanti valenti operatori turistici e commerciali, si è chiesto a gran voce che la Provincia di Lecce, chiamata ad esprimersi, possa tenere strette le maglie autorizzative in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale.
Per tale valutazione è stata depositata dalla Tozzi Green S. p. A. formale documentazione già il 20 dicembre scorso e l’auspicio, ora più che mai, è che qualsiasi decisione venga presa nel reale interesse di questo territorio.
Un territorio che nell’ultimo ventennio ha visto l’exploit del turismo estivo con la successiva affermazione delle località balneari canoniche. Accanto a questi luoghi, divenuti luoghi del cuore per migliaia di turisti, da qualche tempo, vi è l’entroterra che, sfoderato il suo appeal e messo in mostra masserie e campagne, è diventato meta per quel turismo esperienziale che cerca nell’autenticità la vera lettura della storia, della cultura e delle tradizioni di un paese.
Cartoline dal futuro
Quale scenario ci attende? Pennacchi d’acciaio taglieranno come lame impietose quel panorama che fin’ora ha fatto capolino dalle bacheche dei social, ammaliante sfondo di selfie estivi e non solo.
Lo hanno conosciuto, desiderato e imparato ad amare in tantissimi, quel Salento che si è messo in luce dopo anni d’oblio, come destinazione turistica. Oggi però quella luce, qualcuno la vorrebbe spegnere. O almeno ci vuole provare.
Parole chiave per questa operazione: energia pulita, fonti rinnovabili, eco compatibilità.
Durante il dibattito, imprenditori e politici, all’unisono, si sono detti favorevoli alle energie alternative ma assolutamente contrari agli eccessi e agli abusi che in alcuni casi si tenta di perpetrare, avallati da leggi che non hanno previsto né programmazione né tutela del territorio e non hanno alcuna attenzione per le persone e per le attività imprenditoriali.
Non sarà questo il caso e non si vuole parlare qui di incentivi che vanno a finire ai faccendieri del fotovoltaico o dell’eolico; ma, a bocce ferme, si potrebbe dire che “l’energia rinnovabile” sfama solo alcuni, producendo per altri, come agricoltori e imprenditori locali, il triste presagio del nulla.
Malessere diffuso e danni ambientali
Serpeggiava nell’aula consiliare, durante l’assemblea pubblica, un malessere diffuso per quanto è stato fatto in questi anni ai danni dell’ambiente e per quanto ancora si sta continuando a fare.
Si è parlato di Salento, terra di accoglienza e, insieme, terra di conquista. Delle distese di pannelli fotovoltaici e di pale eoliche. Che sono ovunque.
Potremmo aggiungere che si può narrare anche di mostri silenti a forma di fusti sigillati, sotterrati nelle campagne salentine. Si potrebbe raccontare anche di questo, ma non è certo una bella fiaba ed è comunque un’altra triste storia.
Cosa fare?
A sollecitare proposte, suggerimenti e idee è stato durante il dibattito della scorsa settimana Domenico Scordari, che si è fatto portavoce di altri imprenditori che su questo territorio hanno investito e che hanno creato ricchezza diffusa per il paese.
Una lotta quotidiana per la difesa del paesaggio, della biodiversità e dei beni comuni. Questa la giusta direzione affinché le energie rinnovabili non diventino uno scempio dipinto di verde.
Bisognerà iniziare ad utilizzare tutte le fonti rinnovabili nel pieno rispetto dei cittadini, dell’ambiente, dei luoghi e degli animali. Incentivi per l’efficientamento energetico, per impianti fotovoltaici realizzati sulle coperture di edifici esistenti da almeno 10 anni, incentivi per il microeolico per uso domestico e industriale.
Vanno fissati con urgenza dei limiti minimi di distanza da masserie, strutture ricettive, centri abitati e beni storici e architettonici come il Santuario Santa Maria della Consolazione di Martano, retto dai Padri Cistercensi, la cui bellezza, con questo nuovo parco eolico, sarebbe indubbiamente danneggiata.
E contemporaneamente, così come dalla proposta di Luigi, cittadino di Martano, va creato e regolamentato, al più presto, un grande “Parco del Salento” a tutela del patrimonio storico e ambientale di questa terra.
Non ci si può permettere un altro scivolone e non c’è altro tempo da perdere.
Non mentre si investe denaro pubblico e privato per cercare di sviluppare, nel Salento come nel resto della Puglia, un turismo rurale e culturale, che trova i suoi punti di forza proprio nella qualità del paesaggio e nell’integrità della natura.