Torcito, il Parco, lo sviluppo sostenibile e l’antica bellezza. “Chiamata alle armi” per il territorio

Torcito, che fare? Lo chiediamo ai nostri lettori promuovendo dalle pagine di Leccenews24.it un dibattito aperto ad ogni idea e proposta che abbia la sostenibilità turistica come punto di partenza

Al confine con l’entroterra idruntino e alle porte della Grecìa Salentina, il Parco di Torcito con le sue Masserie fortificate, le neviere, la torre colombaia e le tombe dei monaci basiliani abbraccia 203 ettari di bosco e macchia mediterranea e si offre come mediatore tra la storia e un nuovo futuro tutto da scrivere.

Siamo abituati a viaggiare e a visitare città, regioni, nazioni e continenti, sempre alla ricerca di panorami suggestivi e paesaggi affascinanti da scoprire e da imprimere nella memoria ancor prima che in reportage fotografici.

Siamo abituati a selezionare proposte nelle agenzie di viaggi o valutare i suggerimenti dei vari Lonely Planet che propongono nuovi itinerari e tour entusiasmanti in nome del turismo emozionale. Ma quante volte ci siamo soffermati a guardarci intorno? Quante volte abbiamo trasformato la voglia di evasione in voglia di scoperta?

La penisola salentina che stupisce per le sue spiagge, per la costa impreziosita da faraglioni, grotte e calette suggestive, cela un entroterra custode di architetture straordinarie e paesaggi seducenti. Tutti da scoprire. E da valorizzare.

Torcito, parliamone

Da queste pagine vogliamo iniziare un confronto settimanale su come valorizzare in termini sostenibili le tante ricchezze del nostro territorio; vogliamo partire dal Parco di Torcito e da Cannole, vogliamo coinvolgere Otranto e il suo entroterra ma anche Martano, Carpignano Salentino e gli altri paesi dalla Grecìa Salentina; vogliamo farlo cercando di coinvolgere direttamente i cittadini, di questi territori in primis, stimolando riflessioni “estive” su come valorizzare tesori come il parco, le masserie, ma anche le chiese e i palazzi barocchi dei paesi che cingono Cannole, Comune sul cui territorio ricade il Parco di Torcito.

Ogni settimana intervisteremo cittadini, amministratori locali, stakeholders, operatori economici e culturali con la stessa domanda: “Che cosa fare del Parco di Torcito e delle sue bellissime masserie?”

Rompiamo il ghiaccio. Torcito è al centro del Salento, meno di 10 km da Otranto, circa 30 da Lecce, 40 da Gallipoli e 50 da Santa Maria di Leuca: perche non farlo diventare il punto di partenza di un turismo slow (trekking, nordicwalking, bike, mountanbike, equitazione escursionistica) al quale il Parco è naturalmente vocato?

Ci siamo chiesti come può cambiare la geografia urbana e culturale quando i luoghi diventano aggregatori sociali e acceleratori di bellezza. Il dibattito è aperto.

Parco Torcito e l’anno che verrà

In questi anni il Salento si è posizionato tra le destinazioni turistiche più ambite e nelle maggiori fiere e borse internazionali del Turismo si è parlato di Puglia, di Salento, di mare, di spiagge, di masserie.

Cliché diventati tradizionali hanno giocato un ruolo notevole perché hanno veicolato tutto un territorio fuori dai confini territoriali.

Oggi però si avverte l’esigenza, avendo preso coscienza della fragilità del nostro territorio, di nuove tracce per riscrivere il destino di luoghi e comunità locali ma anche l’urgenza di impulsi espliciti verso modelli di sviluppo sostenibili e green.

Nei prossimi anni, se vorrà capitalizzare il successo odierno, il Salento dovrà puntare su formazione e innovazione sociale per vincere la sfida.

Torcito, con la sua posizione centrale, è un Parco Naturale che potrà diventare una vera opportunità per lo sviluppo territoriale e turistico. A patto che si scelga la direzione giusta e che oltre al “contenitore” si ripensi ad un “contenuto”.

Rispetto alle buone pratiche di gestione e valorizzazione delle aree “parchi” andranno, poi, opportunamente approfonditi i temi relativi al rapporto tra parco e comunità territoriale, nonché le possibili prospettive economiche legate alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale stesso.

I Parchi – Green Economy e Green Society

Accenneremo alla green economy intesa come organizzazione di una società che ripensa al vivere, all’abitare, alla mobilità, alla cura e alla gestione del territorio.

Una green economy che presuppone, dunque, la necessità di una nuova codifica del rapporto tra uomo ed biosistemi. Un mutamento che dovrà coinvolgere, in termini più  ampi, tutta la società. Dalla produzione di beni e servizi ai comportamenti nel consumo, dalle politiche alla cultura.

Per produrre nuovi stili di vita e modelli di consumo necessiterà puntare su un’innovazione sociale che accompagni la comunità locale verso la green society, un disegno di società inclusiva che presuppone investimenti collettivi e una opportuna regia da parte delle istituzioni.

In questa prospettiva ci sarà bisogno di iniziative diffuse e nuovi  progetti che non riguardino solo la riqualificazione delle aree ma che presuppongano anche dei contenuti innovativi per dare nuova voce alle antiche bellezze.



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