La conferenza stampa di Roberto Marti non ha chiarito nulla sulla situazione che si è venuta a creare a Palazzo Carafa con l’ingresso nella maggioranza di Carlo Salvemini di Finamore, Calò e Gigante (la signora che ci ha tenuti in sospeso per la storia del viaggio in Thailandia).
Che il deputato leghista non serbi rancore nei confronti dei tre è una bella notizia, in fin dei conti siamo a Pasqua… Che li consideri ancora autorevole espressione del centrodestra leccese è una sua idea, per certi versi anche rispettabile. Che però lui, proprio lui, il plenipotenziario Roberto Marti, il deus ex machina di Grande Lecce non ne sapesse nulla e sia venuto a conoscenza del patto con Salvemini venti minuti prima della conferenza stampa di sabato mattina è un più difficile da stare ad ascoltare.
Finamore, Calò e Gigante sono certamente persone rispettabili che non passeranno tuttavia alla storia amministrativa della città. Che vengano presentate come capipopolo in grado di organizzare autonomamente una sedizione di tal portata nelle file del centrodestra leccese è un po’ difficile da credere. Certamente possono essere anello di congiunzione con l’ala di Alessandro Delli Noci in previsione della rinascita di un nuovo centrodestra che vuole mettersi alle spalle la leadership appannata o tramontata di Paolo Perrone, altro figlio della diaspora fittiana. Ma questo attiene a una resa dei conti interna al centrodestra non al tanto sbandierato ‘bene della città’.
Considerati ‘traditori’ da una fetta importante dell’elettorato leccese, i tre sono a tutti gli effetti pienamente nel centrodestra, come ha ribadito oggi il Senatore. Probabile che Marti li convinca ad entrare nel nuovo gruppo che si costituirà a Palazzo Carafa, quello della Lega di cui dovrebbe far parte anche Russi che, però, non ha scavalcato il fosso. Allora sì che sarebbe curioso vedere nelle votazioni i tre alzare la mano con Salvemini e il quarto con la minoranza.
Ma a Lecce tutto può accadere.
Può anche accadere che una persona perbene come Carlo Salvemini, rispettata, amata, benvoluta per la sua nobiltà d’animo al punto da essere preferito di gran lunga a chi aveva stancato i leccesi, non abbia fastidio ad accettare un appoggio così politicamente sconclusionato. Il suo ghigno nella foto ricordo non era dei più spontanei, ma questo passa il convento.
In tanti pensano che il Sindaco abbia preso delle serpi in seno – metaforicamente parlando – che potrebbero in futuro ‘morderlo’, in un futuro più o meno vicino quando Alessandro Delli Noci sarebbe pronto a rivendicare più spazi di autonomia e ritornare nella casa politica d’origine. Chissà. Salvemini non è certo l’ultimo arrivato e a rimanere scottati potrebbero essere tutti gli altri.